Il corpo dei pretoriani, o coorti pretorie, fu istituito nel 27 a.C. da Augusto. Reclutati esclusivamente tra i cittadini romani dell’Italia, i pretoriani godevano di condizioni privilegiate rispetto ai legionari (stipendio e donativi più elevati, ferma più breve, ecc.).
Erano raggruppati in nove coorti, di cinquecento effettivi ciascuna (oltre a un certo numero di cavalieri e di speculatores o guardie personali e corrieri dell’imperatore). Le nove coorti furono suddivise a loro volta in centurie e comandate, ognuna, da un tribuno; il comando dell’intero corpo fu invece affidato nel 2 a.C. a due prefetti del pretorio.
Accantonate da Augusto parte in Roma e parte nei dintorni, sotto Tiberio le coorti pretorie furono acquartierate da Seiano, rimasto unico prefetto del pretorio, in un solo campo permanente (castra praetoria), costruito appena fuori dalle mura, in prossimità della porta Viminale.
Le coorti, portate a dodici da Caligola, poi a sedici da Vitellio, quindi di nuovo ridotte a nove da Vespasiano, divennero infine dieci, probabilmente con Domiziano, e tale numero rimase inverosimilmente invariato fino al 312.
Già a partire dal II secolo la regola che i pretoriani dovessero essere di origine romano-italica non fu più rigidamente osservata, ma si cominciarono ad arruolare anche elementi di origine provinciale. Infine fu completamente abbandonata da Settimio Severo che, dopo aver sciolto le coorti pretorie, le ricostituì con effettivi raddoppiati, formandole con soldati tratti dalle varie legioni (in particolare da quelle illiriche).
Dopo il loro concentramento in Roma, i pretoriani e i loro comandanti acquistarono una notevole importanza politica ed ebbero larga parte nella storia dell’Impero di Roma: uccisero Caligola e proclamarono imperatore Claudio; furono coinvolti nella congiura di Pisone contro Nerone; elevarono al trono Otone; dopo l’uccisione di Domiziano costrinsero Nerva a punire i colpevoli; proclamarono imperatore Pertinace, per poi ucciderlo essi stessi dopo meno di tre mesi.
Anche dopo la riforma di Settimio Severo, durante la crisi del III secolo, i pretoriani continuarono ad avere notevole parte nella scelta e nell’eliminaizone dei vari imperatori.
L’intero corpo fu infine abolito da Costantino nel 312, dopo la battaglia di Ponte Milvio, in cui i pretoriani si erano strenuamente battuti per Massenzio.