Quando si parla dei Re Magi il pensiero va naturalmente ai tre personaggi quasi mitici della tradizione cristiana. Essi, guidati dalla stella cometa, giunsero dall’Oriente a Betlemme per adorare Gesù, e furono le prime figure religiose a riconoscere la «manifestazione» della sua divinità.
Il significato del termine Magi
Il termine «Magi» viene dal greco μaγoi (magoi) plurale di μaγoς (magos), che significa «saggio, sapiente». È un titolo attribuito ai re-sacerdoti devoti al profeta Zarathustra o Zoroastro. Vissuto forse nel XII secolo a.C., operò nel nord-est della Persia (attuale Iran); quindi i Magi erano probabilmente Persiani e studiosi di astronomia.
I Re Magi nella tradizione cristiana
L’unico dei quattro Vangeli a raccontare l’episodio dei Re Magi è quello di Matteo.
Nel Vangelo di Matteo al capitolo 2, si narra che dei Magi, saggi venuti dall’Oriente, intrapresero un lungo viaggio durante il regno di Erode il Grande, sovrano della Giudea dal 37 a.C. al 4 a.C. Furono guidati da una stella cometa.
Secondo la tradizione, questi Magi erano re e in numero di tre; essi offrirono al Bambino Gesù l’oro (che si offriva ai re), l’incenso (che si offriva agli dèi), e la mirra (un unguento profumato). Matteo invece parla solo di «alcuni Magi» e non allude a una loro autorità regale.
I nomi dei re Magi
Il Vangelo non menziona neppure i loro nomi, ma in un manoscritto del VII secolo, conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, sono indicati con i nomi di Bithisarea, Melchior e Gathaspa. Li troviamo per la prima volta menzionati con il nome di Baldassare, Melchiorre e Gaspare in un manoscritto di un autore italiano del XV secolo.
Le spoglie dei Re Magi a Costantinopoli
Il Vangelo non dice nient’altro riguardo loro. La tradizione, invece, sostiene che Elena, la madre dell’imperatore Costantino I, trovò le spoglie dei Magi sepolte a Gerusalemme e ordinò di trasferirle nella Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli (l’odierna Istanbul, in Turchia).
Il trasferimento a Milano
Nel 343 Costanzo II, secondogenito di Costantino I, donò le spoglie a Eustorgio, vescovo di Milano. Dopo un lungo e avventuroso viaggio, Eustorgio giunse all’ingresso della città di Milano, precisamente a Porta Ticinese; qui il carro trainato da buoi, sul quale viaggiavano i resti dei Re Magi, sprofondò nel fango e non fu possibile rimuoverlo.
Il vescovo Eustorgio interpretò l’incidente come un segno divino; per questo fece erigere lì la prima basilica nella quale custodire le reliquie dei Re Magi.
Il saccheggio da parte delle truppe di Federico Barbarossa
Nel 1162, Milano fu saccheggiata dalle truppe dell’imperatore Federico I di Svevia, detto “Barbarossa”: le reliquie dei Magi furono trafugate e portate nella Cattedrale di Colonia in Germania.
La Cappella dei Magi nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano
Restituite in parte nel 1904, attualmente sono conservate in una teca posta sopra l’altare della cappella dedicata ai Re Magi nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano, nei pressi di Porta Ticinese.