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I clientes della società romana

I clientes nell’antica Roma (cliens al singolare) erano uomini formalmente liberi, ma legati da particolari vincoli giuridici, morali ed economici, in un rapporto di subordinazione, a un’altra persona, collocata socialmente più in alto, il patrono (patronus).

L’istituto della clientela romana è di origine assai antica. È infatti già citato nell’antico testo della Legge delle Dodici Tavole (450 a.C. circa), in particolare nella seguente formula: «Patronus si clienti fraudem fecerit, sacer esto», ovvero: «Se un patrono avrà imbrogliato un cliente, sia maledetto» [ossia “votato agli dèi infernali”], Leges XII Tabularum 8, 21.

La sacralità del legame che vincolava il patrono ai suoi clientes è confermata da un passo dell’Eneide di Virgilio. Infatti, nel gruppo dei dannati che durante la vita si resero responsabili di delitti o azioni disoneste, subito dopo quelli che odiarono un fratello o percossero il padre, viene ricordato chi aveva tramato un inganno al cliens: «Qui coloro che odiarono i fratelli durante la vita o percossero il padre o tramarono un inganno a un protetto» [a un protetto: cioè a un “cliente”, nell’accezione latina si riferisce a una persona di umile condizione che, in cambio di piccoli favori, godeva della protezione di un ricco e potente “patrono”] (VI, 608 e sgg.).

Rapporto tra clientes e patronus

Il patrono doveva difendere i propri clientes nelle liti giudiziarie e venire incontro alle loro esigenze primarie: per esempio con la sportula, un panierino dove si ponevano cibi o denaro.

I clientes da parte loro:

  • erano obbligati alla salutatio matutina. La salutatio matutina era una visita di omaggio nelle prime ore del mattino, nella quale il cliente riceveva la sportula;
  • dovevano dare il voto al patrono nelle elezioni;
  • liberarlo da una prigionia di guerra pagando il riscatto;
  • aiutarlo in denaro per la dote di una figlia in procinto di sposarsi.

Sia il patrono che i clienti non potevano intentare un’accusa, né testimoniare in tribunale in maniera svantaggiosa per l’altro.

In tarda età repubblicana, l’istituto della clientela continuò ad avere grande importanza. Perse la sua funzione sociale in età imperiale.

Oggi, l’originario significato di rapporto di subordinazione rimane nell’accezione di”clientela“, intesa come l’insieme di sostenitori e seguaci di personaggi politici potenti, dai quali ci si aspettano vantaggi di tipo economico e sociale. Alla stessa area di significato appartengono i termini “clientelare“, “clientelismo“, ecc.

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