Il Codice Civile di Napoleone, promulgato il 21 marzo 1804, ebbe una fondamentale influenza su tutta la successiva civiltà giuridica europea. Il Codice Napoleonico venne applicato in tutti i paesi europei controllati da Napoleone e anche fuori dall’Europa, come in Canada. La sua influenza andò ben oltre i confini dell’Impero, divenendo un modello di riferimento per la modernizzazione dello Stato. Ancora oggi, infatti, il Codice Civile napoleonico è alla base della legislazione vigente in gran parte d’Europa.
A fare da modello al Codice Civile di Napoleone fu l’ordine e la organicità alla base del Corpus Iuris Civilis.
Quali sono le principali riforme del Codice napoleonico?
Dopo secoli dominati dall’incertezza e dal disordine dei privilegi tipici del feudalesimo, il Codice Civile di Napoleone, che raccoglieva leggi scritte, stabili e uguali per tutti, rappresentò una vera e propria conquista, oltre che una rivoluzione nella storia del diritto.
Il Codice Civile di Napoleone passò alla storia anche per l’estrema chiarezza e la organicità dell’esposizione. In esso trovarono spazio tutte le novità rivoluzionarie in termini di proprietà privata, laicità dello Stato, certezza del diritto, libertà di coscienza, abolizione del feudalesimo, libertà del lavoro, uguaglianza di fronte alla legge.
L’insieme di queste norme determinò, sul piano giuridico, il passaggio dall’assolutismo allo Stato borghese. Molto importanti furono le norme legate alla famiglia, alla scuola e alla successione, con il passaggio dal diritto di primogenitura (maggiorascato) alla divisione in parti uguali tra i figli del patrimonio paterno. Veniva così garantita la più ampia circolazione della proprietà, uno dei capisaldi del liberismo economico e del pensiero riformatore settecentesco.
Il Codice Civile di Napoleone riordinò anche il sistema di tassazione dello Stato, con l’introduzione di un rapporto molto più stretto tra il governo centrale e la periferia, ossia le unità amministrative in cui era diviso il territorio nazionale.
Come cambiò con il Codice napoleonico il ruolo della donna?
Il nuovo ordinamento giuridico napoleonico introdusse poi alcuni provvedimenti a favore delle donne, come ad esempio il diritto al divorzio, anche se nel complesso le escludeva dalla cittadinanza politica, riaffermando la loro inferiorità sul piano giuridico.
Dal Codice Civile di Napoleone:
Dei diritti e dei rispettivi doveri dei coniugi
Art. 213. Il marito è in dovere di proteggere la moglie, la moglie di obbedire al marito.
Art 214. La moglie è obbligata ad abitar col marito, ed a seguirlo ovunque egli crede opportuno di stabilire la sua residenza: il marito è obbligato a riceverla presso di sé ed a somministrarle tutto ciò ch’è necessario ai bisogni della vita, in proporzione delle sue sostanze e del suo stato.
Art. 215. La moglie non può stare in giudizio senza l’autorizzazione del marito, quand’anche ella esercitasse pubblicamente la mercatura, o non fosse in comunione, o fosse separata di beni. […]
Art. 217. La donna, ancorché non sia in comunione o sia separata di beni, non può donare, alienare, ipotecare, acquistare, a titolo gratutito od oneroso, senza che il marito concorra all’atto, o presti il suo consenso per iscritto. […]
Delle cause del divorzio
Art. 229. Potrà il marito domandare divorzio per causa d’adulterio della moglie.
Art. 230. Potrà la moglie domandare il divorzio per causa d’adulterio del marito, allorché egli avrà tenuta la sua concubina nella casa comune. […]
Degli effetti del divorzio
Art. 298. In caso di divorzio ammesso in giudizio in caso d’adulterio, il coniuge colpevole non potrà mai maritarsi col suo complice. La donna adultera sarà condannata con la stessa sentenza, e ad istanza del ministero pubblico alla reclusione in una casa di correzione per un tempo determinato, che non potrà essere minore di tre mesi, né maggiore di due anni.