Il complemento oggetto, detto anche complemento diretto, indica la persona, l’animale o la cosa a cui si riferisce direttamente l’azione espressa dal verbo.
Come si fa a capire qual è il complemento oggetto?
Esso risponde alla domanda: chi? che cosa?
È unito direttamente al verbo e può essere costituito:
da un sostantivo: la mamma abbraccia il figlio;
da un pronome: ti hanno sgridato;
un infinito: Laura adora nuotare;
da un aggettivo sostantivato: tutti amiamo il bello;
un participio: dobbiamo seppellire i morti;
da una voce invariabile (avverbio, preposizione, congiunzione, ecc.): temo il domani;
da una proposizione detta oggettiva: penso che tu sarai promosso.
Complemento dell’oggetto interno
Possono reggere il complemento oggetto solo i verbi transitivi di forma attiva, non i verbi intransitivi.
Tuttavia, alcuni verbi intransitivi possono avere il cosiddetto complemento dell’oggetto interno, costituito cioè da un nome che ha la stessa radice o un significato affine al verbo.
Ad esempio:
Egli ha vissuto una vita sfortunata.
Carlo e Luigi hanno pianto molte lacrime.
Complemento oggetto partitivo
Anche il complemento oggetto, come il soggetto, può essere preceduto dall’articolo partitivo del, dello, della, dei, degli, delle. In questi casi, come per il soggetto, ha valore partitivo.
La mamma ha portato dei dolci (alcuni dolci).
Metti dello zucchero (un po’ di zucchero) nel caffé.