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Confucio e il confucianesimo

Confucio nacque, secondo la tradizione, il 28 settembre del 551 a.C., nella città di Zou nello Stato di Lu (oggi parte dell’odierna provincia di Shandong), in Cina. Divenne noto in Europa a partire dal XVII secolo, grazie ai missionari gesuiti che operavano in Cina.

Universismo cinese

Confucio, vissuto tra il VI e il V secolo a.C., non fu un vero e proprio fondatore perché si limitò a recuperare e riordinare il patrimonio delle antiche religioni cinesi, in particolare l’universismo.

L’universismo sosteneva che l’armonia del cosmo derivasse dall’azione di due forze contrapposte e complementari: lo yang, forza maschile, positiva, calda, e lo yin, forza femminile, negativa, fredda.

Confucio ripropose queste credenze come un sistema di regole morali che, consentendo di armonizzare gli individui con se stessi e con il cosmo, ponessero rimedio alla decadenza politica e religiosa della Cina del suo tempo.

Confucio e il Confucianesimo: convinzioni fondamentali

Per ristabilire quell’armonia Confucio propose il ritorno ai valori tradizionali e al culto degli antenati.

Egli riteneva che un buon governo poteva realizzarsi solo rafforzando la vita familiare. Lo Stato venne da lui concepito come una grande famiglia, in cui i riti, il rispetto delle gerarchie, lo studio dei classici, le esperienze degli antichi assicuravano la concordia dei cittadini sotto la guida dell’imperatore.

L’imperatore doveva egli stesso esercitare le virtù e vigilare sulla purezza della sacra dottrina. Come premio della sua condotta virtuosa riceveva le cinque specie di felicità e le irradiava sui sudditi: lunga vita, ricchezza, salute e contentezza, amore per la virtù e una fine beata.

Per avere una convivenza sociale armonica, Confucio raccomandò la pratica della virtù e diede molta importanza al retto comportamento (li), individuandone i principi fondamentali nel rispetto, nella venerazione per i genitori, per gli anziani e per gli antenati (cui si devono offrire sacrifici), per i principi e per l’imperatore che rappresenta il Cielo. A seconda delle scelte morali che operano, gli uomini possono essere individui comuni, saggi o nobili. I saggi e i nobili, che possiedono autocontrollo, umanità e bontà, seguono il li armonizzando la propria vita con l’ordine generale e conformandosi alle regole del vivere sociale.

Confucio e il Confucianesimo: le divinità

Le antiche credenze religiose cui Confucio si richiamava affermavano l’esistenza di numerose divinità, ordinate gerarchicamente. Ai vertici, il dio del Cielo, maestoso, onnipotente, onnipresente, e il dio della Terra. Inoltre, agli imperatori era tributato il culto divino, in quanto si riteneva fossero figli del Cielo. Anche a Confucio, dopo la sua morte, furono attribuiti onori divini.

Il numero degli dèi e degli spiriti è infinito. Vi sono infatti dèi associati a determinate località o a palazzi, porte e mura della capitale. Nei boschi, sui monti e nelle acque esistono poi esseri considerati demoniaci da cui l’uomo deve guardarsi. Per tenerli lontani, gli ingressi delle case sono protetti dai “muri degli spiriti”.

Tra gli animali l’unicorno, la fenice, la tartaruga e il drago sono considerati esseri potenti. Il drago, a differenza di quasi tutte le mitologie occidentali, è considerato benefico, poiché si pensa che porti la pioggia. La rana è considerata un portafortuna e i contadini venerano anche molti alberi come dimora degli spiriti.

Confucio e il Confucianesimo: culto e luoghi sacri

L’adorazione del dio del Cielo è la pratica più importante e a lui sono dedicati molti templi. Quello principale si trova a Pechino. Anche a Confucio sono dedicati molti templi nelle varie città. Fino al 1912 i sudditi erano tenuti ad attribuire anche all’imperatore culto divino. In ogni casa, poi, c’è un tempietto domestico per la venerazione degli antenati.

Confucio e il Confucianesimo: libri sacri

Confucio raccolse la tradizione antica in un ciclo di classici detti jing, i pilastri della vita religiosa cinese.

Gli scritti canonici sono in tutto nove. I più imprtanti sono il Daxue, “Il grande insegnamento” e lo Zhongyong, “Il giusto mezzo” che riguardano l’equilibrio interiore dell’uomo e il suo riflesso sull’universo.

Per la sua concezione favorevole all’autorità e contraria a ogni cambiamento e innovazione sociale, il confucianesimo fu adottato come dottrina ufficiale dello stato dell’impero cinese. Fu invece rifiutato e combattuto, agli inizi del XX secolo, dai movimenti che lottavano  per il rinnovamento sociale e culturale della Cina.
La figura di Confucio continua tuttavia a godere ancora oggi di grandissima venerazione.

Secondo la tradizione Confucio morì il 9 marzo del 479 a.C.

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