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Conseguenze Seconda guerra mondiale

Conseguenze Seconda guerra mondiale in Italia, Europa, Russia, Stati Uniti, Giappone.

Conseguenze Seconda guerra mondiale: le vittime del conflitto e la Shoah degli ebrei

Alla Fine secondo conflitto mondiale i morti sono oltre 50 milioni, tra militari e civili. Tra essi, le vittime della Shoah, i 6 milioni di ebrei eliminati nei campi di concentramento.

Il Paese che ha avuto più perdite è l’Unione Sovietica (20 milioni); l’Italia conta poco più di 400 000 mila morti.

Conseguenze Seconda guerra mondiale: la crisi economica e le ripercussioni sociali in Europa

L’Europa esce dalla guerra in condizioni disastrose:

  • l’economia ha subito danni incalcolabili: le industrie sono state in gran parte distrutte; mancano le materie prime e il denaro necessario alla ripresa. Ferrovie, strade, ponti e porti o sono stati distrutti o hanno subito gravi danni;
  • molte città sono state devastate dai bombardamenti e numerose persone sono rimaste senza casa;
  • anche l’agricoltura è in ginocchio. Di conseguenza i principali beni alimentari sono razionati e allora si sviluppa il mercato nero. In tutta l’Europa si patisce la fame e la disoccupazione.

Conseguenze Seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti diventano i “padroni” dell’occidente

Al contrario, gli Stati Uniti emergono dalla guerra come la nazione più ricca e potente del mondo. Il territorio americano non è mai stato bombardato e le perdite umane sono state meno gravi di quelle della maggior parte degli altri Paesi.

L’industria bellica ha prodotto a pieno ritmo, in parte per rifornire l’esercito americano, in parte per aiutare i Paesi alleati. Di conseguenza:

  • i maggiori beneficiari, Gran Bretagna e Unione Sovietica, ora devono pagare i loro enormi debiti versando oro, materie prime e prodotti lavorati;
  • il dollaro è diventata la moneta più forte del mondo.

Quanto a potenza, gli Stati Uniti hanno il possesso esclusivo della bomba atomica e ciò li rende la prima potenza militare del pianeta.

Conseguenze Seconda guerra mondiale: Jalta ridisegna i confini dell’Europa

Il nuovo assetto territoriale è deciso in tre conferenze successive svoltesi durante il conflitto. Particolarmente importante è la Conferenza di Jalta, in Crimea, nel 1944.

Germania: inizialmente è spartita in quattro zone d’influenza controllate dagli Alleati. Nel 1949 le zone diventano due: la Repubblica federale tedesca (controllata dagli Stati Uniti) e la Repubblica democratica tedesca (controllata dall’URSS). La stessa capitale, Berlino, è divisa in due.

Austria: è di nuovo separata dalla Germania e divisa in quattro zone d’influenza, tornerà libera e unita solo nel 1955.

Iugoslavia: è affidata a Tito.

Italia: è privata di tutte le colonie e dell’Albania; riesce a riavere Trieste solo nel 1954, cedendo però a Tito gran parte dell’Istria con la città di Pola.

Polonia: è costretta a cedere a Stalin i territori che egli ha invaso nel 1939, ma riacquista i territori invasi dalla Germania.

Unione Sovietica: oltre a mezza Polonia, l’Unione Sovietica si annette i Paesi Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) e vasti territori a spese di Romania, Polonia e Finlandia.

Giappone: perde tutte le colonie dell’Oceano Pacifico e passa sotto il controllo degli Stati Uniti fino al 1951, quando ottiene nuovamente l’indipendenza.

Nel 1948 l’Europa risulta così divisa in due blocchi: a est i Paesi socialisti sotto il controllo di Mosca; a ovest, i Paesi capitalisti legati agli americani.

Fine Seconda Guerra Mondiale: inizia la Guerra Fredda

Processo di Norimberga e costituzione dell’ONU

Fortemente voluto dai Paesi vincitori della seconda guerra mondiale (Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Russia), tra il 1945 e il 1946, si tiene il Processo di Norimberga contro i crimini compiuti dai nazisti.

La Società delle Nazioni, nata alla fine della Prima guerra mondiale, è sostituita nel 1945 dall’ONU. L’Onu si propone lo stesso obiettivo della Società delle Nazioni: un futuro di pace e prosperità, mentre tutti i capi di Stato, Stalin compreso, si impegnano a rispettare i governi democaratici e a non intervenire mai nei loro affari interni.

Calpestando questi accordi, tra il 1946 e il 1948 Stalin pone sotto stretto controllo sovietico i Paesi dell’Est che diventano Stati satelliti dell’URSS.

Il Piano Marshall

Negli Stati Uniti, nel 1948 il Presidente Harry Truman firma il Piano Marshall, un progetto volto a favorire la ricostruzione delle nazioni europee, tra le quali l’Italia e la Germania. Gli aiuti sono offerti anche a Stalin, che rifiuta e vieta agli Stati satelliti di accettarli.

Comincia la guerra fredda

Nel 1949 anche l’Unione Sovietica si dota della bomba atomica. Ciò induce Truman a creare la Nato, un’alleanza armata contro la quale nel 1955 l’URSS crea il Patto di Varsavia.

Nel periodo 1948-1958 USA e URSS iniziano una frenetica corsa agli armamenti e il mondo sembra più volte sull’orlo di una guerra nucleare. Le due superpotenze non giungeranno mai allo scontro diretto. Si scontreranno invece indirettamente alimentando guerre locali nel Terzo Mondo e scatenando una “guerra di spie”. Questo periodo fu definito “guerra fredda“.

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