Il cratere di Sarpedonte o cratere di Euphronios, oggi conservato nel Museo di Villa Giulia a Roma, è opera del ceramista Euxitheos. La decorazione è invece di Euphronios, ceramografo e ceramista greco antico, attivo ad Atene tra il 520 e il 470 a.C.
Il cratere di Sarpedonte o di Euphronios è considerato uno dei massimi capolavori della ceramografia attica.
L’opera fu rinvenuta durante scavi clandestini nella necropoli di Cerveteri attorno al 1970; poi passò attraverso vari mercanti e infine acquistata dal Metropolitan Museum di New York, che la espose.
L’Italia riuscì a provarne la provenienza illegale e ottenere la restituzione nel 2006.
Cratere di Sarpedonte descrizione
Il cratere di Sarpedonte è un cratere a calice, con la parte inferiore del corpo a profilo convesso e quella superiore molto svasata.
La grande scena centrale a figure rosse rappresentata dal ceramografo Euphronios, incorniciata da due fasce di palmette di grande virtuosismo tecnico, raffigura un episodio tratto dal Libro XVI dell’Iliade: Sarpedonte, figlio di Zeus e di Laodamia e re della Licia, è corso in aiuto di Troia assediata dagli Achei, ma viene ucciso in combattimento da Patroclo, il più caro e fedele amico di Achille.
Euphronios ha reso con pennellate sicure i dettagli anatomici dell’eroe nudo ed esanime, che perde fiotti di sangue sul terreno.
La scena è racchiusa lateralmente da due guerrieri in piedi, armati e pensosi.