La Creazione di Adamo è collocata nella parte più alta del soffitto a volta della Cappella Sistina in posizione centrale.
E’ il momento della creazione dell’uomo che Michelangelo raffigura in questo dipinto, che come pochi altri destò l’attenzione dei contemporanei, prima ancora che dei posteri.
Nel grande riquadro dedicato alla Creazione di Adamo Michelangelo rappresenta Dio e Adamo in contrapposizione.
La composizione è impostata su un rettangolo le cui proporzioni sono molto vicine a quelle del doppio quadrato.
La parte destra è riservata al Creatore, la sinistra al creato, Adamo.
L’uomo appare racchiuso in un triangolo rettangolo, forma stabile e riconducibile al terreno. Quello su cui poggia Adamo è l’unico frammento di natura che si riscontra nelle opere di Michelangelo.
Dio, al contrario, è inserito in una forma aerea tondeggiante, rinconducibile ad una curvatura ellittica, più complessa. Ha le sembianze di un uomo anziano dallo sguardo serafico e appare trasportato dagli angeli.
“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò”
Genesi, 1, 27
Michelangelo, deciso a mantenersi fedele alle Sacre Scritture, presta grande attenzione alla raffigurazione dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio: le anatomie si somigliano; i corpi sono disposti secondo una medesima doppia torsione; sono corpi forti, robusti, valorizzati da un intenso chiaroscuro e da una serena luminosità.
Nella resa anatomica si riscontra una grande attenzione ai particolari, che Michelangelo deriva dal Laocoonte, che, recuperato nel 1406, aveva riscosso grande ammirazione presso gli artisti d’età rinascimentale.
Certamente l’attenzione nella Creazione di Adamo si concentra sul gesto delle due mani: sono mani che si sfiorano e non mani che si toccano.
A destra, la mano di Dio dà un impulso, un ordine; l’indice è puntato con gesto autorevole. A sinistra, la mano di Adamo è come mossa da nuova energia, si sta svegliando, fa ancora fatica a reggersi; il braccio è appoggiato sul ginocchio.
Anche gli sguardi confermano la situazione: l’uno è fisso, diretto con precisione; l’altro leggermente reclinato, di sottomissione, ma anche di ingenuo stupore.
In merito a queste due mani, nella Creazione di Adamo, la critica si è espressa molto: una scintilla, che indica una trasmissione di energia sembra scoccare tra i due indici. Il divino soffio della vita è tradotto in immagine come un quasi contatto, un contatto che non potrà mai essere totale e che esprime l’amore del padre per la sua creatura e l’incolmabile scarto fra l’infinito e l’umano.