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Crisi del terzo secolo nell’Impero romano

La crisi del terzo secolo affrontata dall’Impero romano è dovuta a diversi motivi.

Le cause della crisi del terzo secolo dell’Impero romano

L’Impero romano era un territorio enorme e per difendere i confini dalle invasioni barbariche occorrevano sempre più soldati. Si rese allora necessario arruolare numerosi soldati mercenari e ricorrere all’arruolamento forzato, togliendo forza-lavoro nelle campagne.

Spesso i generali, sempre più potenti, entravano tra loro in conflitto per essere acclamati imperatori dalle truppe. Tra il 235 e il 284 il potere imperiale passò tra le mani di 21 imperatori, tutti scelti tra i generali dell’esercito e quasi tutti assassinati. Questo periodo è detto “anarchia militare” proprio perché i vari reparti dell’esercito proclamavano imperatore il proprio comandante.

Ai confini premevano numerose popolazioni, che i Romani chiamavano barbari. A volte erano alleate dell’Impero, a volte lo combattevano, cercando di assicurarsi ricchezze e territori che le legioni faticavano a difendere.

Le spese per mantenere l’esercito erano altissime e le tasse imposte alla popolazione più povera erano insostenibili.

Scarseggiavano inoltre gli schiavi perché con la fine delle conquiste ne venne a mancare il rifornimento; di conseguenza molte attività non erano più praticate, soprattutto nei campi.

La campagna meno curata offriva prodotti in quantità minore e di qualità inferiore. I prodotti, anche quelli di prima necessità, scarseggiavano e quindi aumentavano i prezzi. Diminuì allora il potere di acquisto del denaro, cioè c’era una forte inflazione.

Molte aree dell’impero tornarono quindi al baratto, ossia a un’economia fondata sullo scambio. In queste condizioni, anche l’artigiananto e il commercio subirono una forte contrazione.

Ad aggravare la crisi del terzo secolo ci furono poi una serie di gravi epidemie, fra cui la peste.

La grande insicurezza generata dalla crisi economica, sociale e politica fece crescere il desiderio di dare un nuovo senso alla vita. Furono allora accolte nuove esperienze filosofiche e religiose. In particolare, furono accolti i culti orientali (come i Misteri di Dioniso, di Iside e Osiride, e quello di Mitra) che prospettavano una salvezza individuale oltre la morte.

In questo clima si diffuse anche il Cristianesimo, che, con il suo messaggio di salvezza rivolto a tutti, si diffuse rapidamente.

Dopo la morte dell’imperatore Costantino, le invasioni barbariche non riuscirono più a essere contenute, il limes venne travolto e i barbari si stanziarono nelle vecchie province dell’impero dando vita ai regni romano-germanici.

 

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