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Culti misterici nel mondo greco e romano

I culti misterici si chiamavano così perché assumevano un carattere magico e la partecipazione ai riti era riservata ai soli fedeli iniziati (in greco mýstes); le tradizionali cerimonie religiose romane e greche erano invece del tutto pubbliche.

In genere, i culti misterici erano accessibili a tutti i ceti sociali, schiavi compresi, e a entrambi i sessi.

Culti misterici in Grecia

Tra i riti misterici più noti nel mondo greco figurano: i Misteri eleusini, celebrati a Eleusi, in onore di Demetra e di sua figlia Persefone; e i Misteri orfici, legati al mitico cantore Orfeo; i Misteri dionisiaci, legati a Dioniso.

Culti misterici a Roma

Si insediarono a Roma già a partire dalla fine del III secolo a.C. ed ebbero grande seguito nell’impero di Roma quando il cristianesimo era ancora minoritario. La loro diffusione fu favorita dalla progressiva romanizzazione delle province. Si diffusero così i culti verso la Grande Madre, Iside e Osiride e Mitra.

Riti e pratiche religiose

L’adesione alla nuova religione avveniva attraverso una cerimonia di iniziazione. Durante la cerimonia al fedele erano rivelati i segreti che avrebbero permesso alla sua anima di sopravvivere anche dopo la morte.

In molti casi, come nel culto di Mitra, vi erano diversi gradi di iniziazione, con una progressione di rivelazioni sempre più importanti.

Proprio per queste caratteristiche di segretezza, anche oggi sappiamo molto poco di questi riti misterici, pure assai diffusi nell’antichità.

Il loro successo si spiega con il fatto che promettevano agli adepti la sopravvivenza dell’anima dopo la morte e la salvezza eterna.

Siccome la pratica di un culto non ne escludeva altri, molti fedeli si facevano iniziare a più misteri con la speranza di aumentare le proprie possibilità di salvezza ultraterrena.

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