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Dante era Guelfo o Ghibellino?

Dante era Guelfo o Ghibellino? Alzi la mano chi tra voi almeno una volta non è stato colto dal dubbio. Ebbene, Dante era Guelfo e precisamente Guelfo Bianco. In quanto Guelfo Bianco, Dante nel 1302 fu condannato all’esilio e non rivide più la sua Firenze. Morì a Ravenna alla corte di Guido da Polenta, suo protettore, il 14 settembre 1321.

Dante era Guelfo o Ghibellino?

Dante Alighieri partecipò molto attivamente alla vita politica della sua città, Firenze. A quei tempi, c’erano due partiti opposti: i Guelfi, sostenitori del papa; i Ghibellini, sostenitori dell’imperatore. Dopo lotte e litigi, nel 1266 i Guelfi ebbero la meglio, cacciarono i Ghibellini e presero il controllo della città. Poi i Guelfi si divisero in due fazioni politiche: i Guelfi Bianchi e i Guelfi Neri.

Che tipo di Guelfo era Dante?

Dante si schierò con i Guelfi Bianchi.

Che differenza c’è tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri?

I Guelfi Bianchi pur sostenendo il papa ritenevano che il pontefice dovesse esercitare il potere solo in campo spirituale, ma non doveva entrare nella vita politica di Firenze. I Guelfi Neri invece erano pieni sostenitori del papa come unico avente il diritto di governare su tutto, anche sulle questioni politico-economiche.

Quale fu la sorte di Dante guelfo bianco?

Dante, schierato con i guelfi bianchi, ricoprì numerosi incarichi. Nel 1300 divenne priore di Firenze e proprio mentre era in carica fu preso il provvedimento di allontanare dalla città gli elementi più rissosi delle due parti, tra cui Corso Donati (tra le fila dei Guelfi Neri) e l’amico Guido Cavalcanti (di parte Bianca).

Nel 1301 Dante ricevette l’incarico di ambasciatore presso papa Bonifacio VIII per persuaderlo a non inviare Carlo di Valois e le sue truppe francesi con il compito di pacificare la Toscana, ma in realtà con lo scopo di favorire i Guelfi Neri.

Il tentativo però fallì: Carlo di Valois entrò in Firenze e i Neri si impadronirono della città e cacciarono i Guelfi Bianchi da Firenze, Dante compreso. Il poeta fu condannato a due anni di esilio. Nel 1304 i Bianchi cercarono di ritornare a Firenze con le armi, ma furono duramente sconfitti. Dante non partecipò allo scontro, perché non condivideva la loro strategia basata sul ricorso alle armi. Da quel momento si allontanò definitivamente da loro.

Dante non rivide più la sua città, Firenze; morì a Ravenna, ospite di Guido Novello da Polenta, il 14 settembre 1321.

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