Davide e Golia di Caravaggio, 1597-1598 circa, olio su tela, 110×91 cm. Madrid, Museo del Prado.
Davide e Golia di Caravaggio – storia
La vita di Caravaggio è stata breve ma avventurosa; ricca di capolavori straordinari come questo dipinto, Davide e Golia, realizzato da Michelangelo Merisi tra il 1597 e il 1598.
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, realizzò il Davide e Golia durante il suo soggiorno a Roma, presso il cardinale Francesco Maria del Monte, collezionista d’arte e tra i più importanti committenti dell’artista.
L’opera si trova oggi esposta presso il Museo del Prado a Madrid; il suo arrivo in Spagna risale al Seicento. Pare certo, infatti, che Davide e Golia fu acquistato insieme ad altre due opere dello stesso artista: la prima versione del Sacrificio di Isacco e il San Giovanni Battista.
Il dipinto entrò poi a fare parte delle collezioni reali spagnole nel 1781, mentre fu trasferito al Museo del Prado nell’Ottocento.
Davide e Golia del Caravaggio – descrizione
La storia narrata sulla tela è quella dell’eroe biblico Davide che, dopo aver colpito con un sasso il gigante Golia, lo uccide tagliandogli la testa.
Caravaggio in realtà si concentra sulla parte conclusiva della vicenda, quando ormai Golia è morto e Davide sta legando le ciocche di capelli del gigante a una corda, per trasportare la testa al campo d’Israele.
In Davide e Golia di Caravaggio l’eroe appare esattamente com’è descritto nel racconto biblico, ovvero come un giovane pastore. Il corpo è quello di un esile fanciullo; sembra quasi impossibile credere che sia stato in grado di affrontare e sconfiggere Golia, che terrorizzava il popolo d’Israele, solamente armato di una fionda.
L’uso dei toni scuri per aumentare il rilievo dei corpi era uno stile pittorico che piaceva molto ai contemporanei di Caravaggio, permettendo all’artista di dare un’intensità drammatica alla scena.
I contrasti di luce rendono la vicenda narrata dall’artista quasi un racconto teatrale in cui le parti illuminate appaiono toccate da una luce quasi divina, che scende sul mondo e libera gli uomini dalle tenebre. Sembra che l’artista abbia voluto fare in modo che chi osserva possa percepire che è stata la Grazia del Signore ad aiutare Davide a vincere.
Il volto di Golia è l’autoritratto di Caravaggio; l’artista tornerà a ritrarsi nelle sembianze del gigante ucciso anche nelle opere successive con lo stesso soggetto.
L’autore sembra voler essere identificato come il gigante sconfitto, un peccatore che si merita una punizione esemplare.
A cura di Caterina Stringhetta