La dinastia degli Antonini ha inizio con l’imperatore Antonino Pio (138-161 d.C.), successore di Adriano. Seguirono Marco Aurelio (161-180 d.C.) e suo figlio Commodo (180-192 d.C.).
Gli imperatori della dinastia antonina
Antonino Pio, il primo degli imperatori antonini
Il suo nome era Tito Aurelio Antonino, un ricco senatore romano scelto dall’imperatore Adriano come suo successore. Antonino fu detto Pio perché molto devoto agli antichi dèi di Roma e ricco di profonda moralità.
Antonino Pio proseguì l’azione politica di Adriano, puntando al rafforzamento delle difese dell’impero (fece costruire in Britannia il “Vallo di Antonino“) e al risanamento del bilancio statale. In campo sociale proseguì la politica di assistenza alle fasce sociali più deboli, aumentando le distribuzioni di cibo alla plebe romana. Pose inoltre fine alla discriminazione nei confronti degli Ebrei all’interno dell’impero.
Marco Aurelio, il secondo degli imperatori antonini
Quando Antonino Pio morì nel 161 la sua successione era già stata predisposta con l’adozione di Marco Aurelio (161-180 d.C.) e Lucio Vero (161-169). Nel 169 Lucio Vero morì e Marco Aurelio restò unico imperatore.
Marco Aurelio Antonino si guadagnò il soprannome di imperatore filosofo per la saggezza dimostrata nella sua azione di governo e per la sua onestà e dirittura morale, conforme ai precetti dottrinali dello stoicismo, di cui fu uno dei più importanti esponenti. Fu però avverso ai cristiani e li perseguitò.
In contrasto con la sua formazione di filosofo, Marco Aurelio fu costretto a combattere una serie di conflitti estenuanti sul confine del Danubio contro alcune tribù germaniche che avevano oltrepassato i confini. Dall’opera intitolata Pensieri, che egli scrisse negli accampamenti, tra i soldati, emerge il contrasto tra la sua aspirazione alla pace e alla riflessione da una parte, e la crudele necessità della guerra dall’altra. Morì di peste nel 180, durante la guerra contro i Quadi e i Marcomanni.
Commodo, l’ultimo imperatore della dinastia degli Antonini
Marco Aurelio, anziché seguire il tradizionale sistema dell’adozione, lasciò il trono al figlio diciannovenne Commodo (180-192 d.C.). Commodo si rivelò del tutto inadeguato a governare un organismo statale complesso e compromesso da una crisi politica, economica e sociale sempre più evidente. Le parziali vittorie conseguite con le tribù germaniche non furono determinanti per mettere in sicurezza i confini imperiali.
L’imperatore Commodo era violento e tirannico; all’opposto del padre, intellettuale austero e misurato, egli era dedito ai divertimenti e viveva in modo dissoluto. Sperperò le risorse del già disastrato fisco imperiale, mentre gli strati più poveri della popolazione vedevano crescere la loro miseria. Fu ucciso nel 192 d.C. in una congiura organizzata dal prefetto del pretorio Leto con il sostegno del Senato.
La Dinastia degli Antonini e la fine del secolo d’oro dell’impero romano
Con Commodo finì quello che gli storici hanno definito il secolo d’oro dell’impero di Roma. Rispetto alla grave crisi dei secoli successivi, l’età degli Antonini è infatti ricordata come un’epoca di benessere e di giustizia: espansione territoriale e consolidamento dei confini; stabilità politica; sviluppo dei traffici; diffusione della cultura romana nelle province.