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Dio Apollo presso i greci e i romani

Il dio Apollo era figlio di Leto (Latona per i Romani) e Zeus, e fratello gemello di Artemide. Nacque sull’isola di Delo, dove la madre si era rifugiata per sfuggire all’ira di Era, gelosa per l’ennesimo tradimento del marito.

Apollo era tanto bello che gli antichi lo identificarono con il Sole. I capelli biondi, l’arco, la faretra, le frecce, la cintura, i calzari e, infine, il carro, erano tutti d’oro.

Divinità solare, dio della poesia e della medicina, Apollo era anche dio della musica e sul Monte Olimpo allietava le altre divinità con il suono della cetra e con il suo piacevole canto.

Poco tempo dopo la sua nascita, il dio Apollo, che era già diventato un adolescente bello e forte, dovette combattere contro il serpente Pitone, perché insidiava sua madre Latona. Lo inseguì fin nel tempio nel quale dimorava, lo colpì e lo fece precipitare in fondo a un carpaccio. La caverna del serpente Pitone divenne il più famoso oracolo di tutto il mondo antico, l’oracolo di Delfi.

Apollo e Dafne

Qualche volta Apollo provocò involontariamente la morte e la metamorfosi di creature che gli erano particolarmente care. È il caso di Dafne, ninfa dei boschi, generata dal fiume Peneo e da Gea, la Madre Terra. Quando il dio greco la vide se ne innamorò all’istante; la timida Dafne prese a fuggire e il dio a inseguirla per dichiararle il suo amore. Dafne invocò il padre Peneo perché l’aiutassse e questi la tramutò in una pianta d’alloro.

Il dio promise che, d’allora in poi, l’alloro sarebbe diventato la pianta a lui più cara e decise che i suoi sacri rami fronzuti sarebbero stati destinati a cingere il capo dei più valorosi guerrieri e maggiori poeti. (Leggi sul sito Studia Rapido Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini).

Apollo e Giacinto

Anche Giacinto, un giovane spartano, al quale il dio greco voleva insegnare il lancio del disco, fu una sua vittima. Infatti quando il dio lanciò il suo disco, questo fu deviato da Zefiro, geloso della loro amicizia; e quando il disco ricadde sulla terra colpì a morte Giacinto. Dal suo sangue versato sulla terra nacque il fiore che ne porta il nome.

Il re Aduncto

Solo una volta Apollo incorse nell’ira di Zeus, quando anch’egli si unì al gruppo di divinità che tramavano per detronizzarlo. Allora Zeus mandò Apollo a Fere, come custode delle greggi del re Aduncto, perché espiasse la sua colpa. Apollo ubbidì e colmò di favori il suo ospite mortale.

Presso i Romani

Anche i Romani amavano e onoravano un Apollo che presentava le stesse caratteristiche di quello greco.

A Roma furono istituiti giochi pubblici in suo onore, i Ludi Apollinares.

Al tempo dell’imperatore Augusto Apollo fu onorato con la costruzione di uno splendido tempio sul Palatino in segno di ringraziamento per la vittoria romana nella battaglia di Azio.

 

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