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Disco di Festo cosa rappresenta e descrizione

Il Disco di Festo è stato ritrovato nel 1908 a Festo, città sull’isola di Creta (situata nel mar Egeo, tra la Grecia e la Turchia) dall’archeologo italiano Luigi Pernier (1874-1937), durante gli scavi nel palazzo di Festo. Attualmente è conservato al museo archeologico di Candia a Creta.

Il Disco di Festo cosa rappresenta?

Si tratta di un disco di terracotta risalente al 1700 a.C. circa; misura 16 centimetri di diametro e circa 2 centimetri di spessore; l’iscrizione è composta da 242 pittogrammi, molti dei quali ripetuti più volte, disposti a spirale sulle due facce del disco.

Ogni segno sembra essere stato impresso con timbri prima della cottura dell’argilla, perché i contorni sono regolarissimi. Una volta “stampato” il disco è stato cotto ad alta temperatura.

L’archeologo italiano Luigi Pernier e molti altri dopo di lui hanno espresso il parere che, contrariamente alla spirale tracciata da destra verso sinistra, i gruppi di segni stampati sul disco debbano essere letti da sinistra verso destra, ovvero dal centro verso la periferia. Questa ipotesi è basata sul verso nel quale sono volte le figure umane: la donna ritta, l’uomo che corre e quello che cammina, la testa umana con o senza l’elmetto piumato, il prigioniero si vedono sempre di profilo mentre guardano verso destra. Questo dovrebbe significare che l’iscrizione vada letta da sinistra verso destra, seguendo lo sguardo delle persone raffigurate nell’iscrizione.

Qual è il significato del disco di Festo?

Lo scopo e il significato del disco sono ancora discussi e costituiscono uno dei più famosi misteri dell’archeologia. Molti studiosi hanno tentato di capire il significato dell’iscrizione, senza successo.

Tra le singolarità del Disco di Festo vi è anche il fatto che nessuno dei 45 differenti caratteri figurati in esso corrisponde all’alfabeto di ideogrammi del geroglifico minoico, tanto che è sorto il dubbio che non sia un oggetto di provenienza locale, ma che fosse stato importato.

Il Disco di Festo è un falso?

Qualcuno ha anche ipotizzato che si trattasse di una truffa e che il disco fosse un falso. La scoperta nel 1943, dell’ascia di Arkalochori, sempre sull’isola di Creta, che presenta segni simili a quelle del disco, ha fatto cadere questa ipotesi, ma il significato delle iscrizioni resta ancora un mistero.

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