L’eccidio di Boves, cittadina in provincia di Cuneo (Piemonte), avvenuto il 19 settembre 1943, è la prima delle stragi compiute dai tedeschi in Italia, durante la seconda guerra mondiale, all’indomani dell’armistizio di Cassibile (3 settembre 1943).
Eccidio di Boves: che cosa è successo?
A Boves, una banda di partigiani cattura due soldati tedeschi. Il maggiore delle Waffen SS Joachim Peiper (1915-1976) dà la sua parola che se i due soldati verranno restituiti, non verrà compiuta nessuna rappresaglia.
Don Giuseppe Bernardi, parroco di Boves, con Antonio Vassallo, un abitante di Boves, d’accordo con il comando tedesco vanno quindi a trattare con i partigiani per ottenere la restituzione dei due soldati tedeschi. Don Bernardi e Antonio Vassallo riescono a ottenere il rilascio dei due prigionieri, anzi don Bernardi riesce a portare via pure la salma di un tedesco ucciso durante uno scontro con i partigiani, per consegnarla al colonnello Peiper.
Il colonnello Peiper, ricevuti i due prigionieri tedeschi e la salma, mancando alla parola data, dà inizio alla spietata rappresaglia. Don Bernardi e Vassallo vengono fatti salire su un camion tedesco e costretti ad assistervi: 350 abitazioni vengono distrutte e incendiate; 26 cittadini vengono trucidati: sono soprattutto donne, anziani e bambini. Dopo, anche Vassallo e don Bernardi vengono assassinati e i loro cadaveri bruciati.
Tra le vittime della strage, anche il viceparroco don Mario Ghibaudo, 23 anni, freddato da una raffica di mitra mentre stava benedicendo un anziano colpito a bruciapelo davanti agli occhi del nipote.
Nell’inverno successivo avviene un secondo eccidio: durante un rastrellamento per debellare i partigiani, tra il 31 dicembre 1943 e il 3 gennaio 1944, il paese viene di nuovo bruciato; si contano 59 vittime tra civili e partigiani. Il 26 aprile 1945, a liberazione ormai avvenuta, si verifica l’ultima delle rappresaglie: i tedeschi in ritirata fucilano nove bovesiani.
Per il numero delle vittime e le distruzioni subite, Boves è stata insignita prima della medaglia d’oro al valore civile (nel 1961), poi della medaglia d’oro al valor militare (nel 1963). I due sacerdoti sono stati proclamati beati nel 2022.