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Eccidio di Bronte perché accadde? Ecco cosa successe

L’eccidio di Bronte, noto anche come i fatti di Bronte, la strage di Bronte o massacro di Bronte o rivolta di Bronte ebbe luogo nell’agosto 1860.

L’eccidio di Bronte perché accadde? Per promesse non mantenute. Ecco cosa successe.

Promesse non mantenute

All’indomani dello sbarco in Sicilia dei Mille, mentre si avviava a conquistare tutta la Sicilia, Giuseppe Garibaldi emise un decreto in cui prometteva aiuti ai ceti meno abbienti e la divisione dei latifondi per distribuire le terre ai contadini, in cambio del loro appoggio contro i Borbone. Accese così in molti grandi speranze.

La distribuzione delle terre però non avvenne e le tensioni sociali esplosero.

L’eccidio di Bronte

Il 2 agosto 1860 scoppiò un’insurrezione a Bronte. I popolani diedero fuoco a palazzi e uccisero 16 persone, tra cui il barone, il prete e il notaio.

La repressione

Garibaldi temendo che l’esempio di Bronte potesse scatenare nuove ribellioni, fece intervenire le sue truppe al comando del generale Nino Bixio.

Nino Bixio processò frettolosamente 150 persone e condannò a morte 5 uomini additati come i provocatori dei saccheggi e delle uccisoni. Si trattava di Niccolò Lombardo, Nunzio Spitaleri Nunno, Nunzio Samperi Spiridione, Nunzio Longhitano Longi, Nunzio Ciraldo Fraiunco.

La sentenza di morte venne eseguita all’alba del 10 agosto 1860. I cinque uomini vennero fucilati in presenza di tutta la popolazione nella piazzetta antistante la Chiesa di San Vito.

Il riesame storico dell’eccidio di Bronte

In seguito, il riesame storico della vicenda appurò che alcuni giustiziati erano stati estranei ai fatti di sangue.

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