L’editto di Milano noto anche come editto di Costantino o editto di tolleranza fu promulgato il 13 giugno del 313 da Costantino, augusto d’Occidente, e da Licinio, augusto d’Oriente. Esso riconobbe la libertà di culto a tutte le religioni dell’Impero romano, concedendo a tutte le fedi, inclusa quella cristiana, lo status di religio licita, ovvero “religione lecita” (cioè tutti potevano praticare la propria religione). Determinò inoltre l’obbligo di restituire tutti i luoghi, beni e possedimenti in precedenza acquistati, requisiti o tolti ai cristiani durante il lungo periodo delle persecuzioni.
L’editto di Milano aprì un’epoca nuova nei rapporti tra potere imperiale e Chiesa.
Nel corso degli anni infatti molti cristiani entrarono a far parte dell’amministrazione imperiale e l’imperatore concesse numerosi privilegi alle loro comunità, come l’immunità fiscale per tutti i beni e per tutti i membri del clero.
Allo stesso tempo, concesse la possibilità di ricorrere ai tribunali ecclesiastici per dirimere alcune questioni di carattere legale. I tribunali ecclesiastici vennero così di fatto equiparati a quelli civili. Furono inoltre incentivate, anche da parte della famiglia imperiale, le donazioni alla chiesa. Le donazioni servirono anche per costruire i primi imponenti luoghi di culto, cioè le basiliche cristiane, come la Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.
In realtà, l’avvicinamento dell’imperatore Costantino al cristianesimo ebbe ragioni più che altro politiche. L’imperatore aveva compreso che la Chiesa cristiana si stava avviando a diventare una grande forza sociale e organizzativa, che poteva utilmente contribure al rafforzamento dello Stato che lui stesso perseguiva.
I cristiani, infatti, non erano mai stati dei sovversivi, né miravano a rivoluzionare le strutture sociali dell’impero. Anzi, essi si occupavano di aiutare i più umili e gli schiavi. La Chiesa cominciava quindi a svolgere una funzione di stabilizzazione sociale soprattutto nelle città, supplendo alle disfunzioni di un potere imperiale sempre meno in grado di far fronte ai bisogni di ampi strati della popolazione.
Si instaurava così un legame profondo tra potere imperiale e Chiesa, un legame che caratterizzerà le vicende successive dell’Impero romano.
Un ulteriore passo avanti verso il riconoscimento del cristianesimo venne compiuto dall’imperatore Teodosio. Il suo editto di Tessalonica (380) conferiva alla nuova religione lo status di religione di Stato, cioè fece del cristianesimo l’unica religione ammessa nell’impero.