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Egidio Promessi Sposi: chi è e quale ruolo svolge

Egidio nei Promessi Sposi è il giovane senza scrupoli amante della monaca di Monza ed è colui al quale l’Innominato commissiona il rapimento di Lucia. Viene introdotto nel capitolo X e poi ricompare nel capitolo XX.

Egidio nei Promessi Sposi

Egidio nel capitolo X dei Promessi Sposi è presentato come  il giovane scapestrato che vive in una casa adiacente al convento di Gertrude, la monaca di Monza. Un giorno Egidio la saluta, e lei risponde alle sue attenzioni (la sventurata rispose). Egidio e Gertrude intrecciano una relazione, tenuta segreta, finché una conversa, maltrattata da Gertrude in uno dei suoi scatti d’umore, non minaccia di rivelare quel che sa. La conversa scompare misteriosamente (in realtà viene assassinata da Egidio e il suo cadavere occultato nel giardino del convento); ma il pensiero di lei continuerà a tormentare Gertrude.

Egidio ricompare poi, per l’ultima volta, nel capitolo XX dei Promessi Sposi quando, su richiesta dell’Innominato, predispone il piano per il rapimento di Lucia, costringendo Gertrude a collaborare: con una scusa, la monaca fa uscire Lucia dal convento, così i bravi guidati dal Nibbio possono rapirla e portarla al castello del loro signore, l’Innominato.

Egidio nella realtà storica

La figura di Egidio amante della monaca di Monza è ispirata a quella di Gian Paolo Osio (1572-1608) realmente esistito, affascinante rampollo di una famiglia molto potente e temuta, che vantava relazioni e legami con l’aristocrazia lombarda. Fu l’amante di suor Virginia Maria de Leyva (al secolo Marianna, 1575-1650).

L’abitazione della famiglia Osio sorgeva accanto al convento di Santa Margherita, in Monza. Un giorno, come scrive anche Manzoni, rivolse la parola alla giovane monaca e «la sventurata rispose».

Da questa passione irrefrenabile, suor Virginia Maria (Gertrude nei Promessi Sposi) partorì un bambino nato morto e poi una bambina, Alma, che Egidio riconobbe e affidata alle cure della madre di Osio.

Per coprire la loro relazione, Gian Paolo Osio commise diversi omicidi, tra questi: quello che colpì Giuseppe Molteno, amministratore dei beni della monaca; quello di una novizia, che aveva minacciato di rivelare tutto; poi il fabbro, che aveva contraffatto per lui le chiavi del convento, utilizzate negli incontri notturni con la monaca; e ancora lo speziale del convento, che aveva preparato intrugli abortivi per suor Virginia, e infine le suore complici degli amanti.

Intanto, le autorità civile e religiosa diedero inizio alle indagini, che portarono all’arresto di suor Virginia (1607), mentre Osio riuscì a fuggire. Gian Paolo Osio venne condannato in contumacia alla forca per i delitti commessi, mentre suor Virginia al carcere perpetuo da scontare murata in una piccola cella nella Casa delle Convertite di santa Valeria a Milano. Gian Paolo Osio, rimasto latitante, venne ucciso da alcuni sicari nel 1608, dopo aver chiesto asilo alla potente famiglia milanese dei Taverna. Suor Virginia fu invece liberata nel 1622 per volere del cardinale Federigo Borromeo. Morì nel 1650, all’età di 74 anni.

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