Eneide libro 8: riassunto, personaggi, luoghi. L’apparizione del dio Tiberino, la leggenda di Ercole e le dodici fatiche, Evandro mostra a Enea i luoghi della futura Roma, lo scudo di Enea.
Tutte le popolazioni del Lazio mandano i propri ambasciatori a chiedere aiuto a Diomede, il forte eroe greco, nemico di Enea, che, espulso dalla sua patria dopo il ritorno vittorioso da Troia, si era stabilito in Italia, ad Argiripa, in Apulia.
A Enea appare in sogno il dio Tiberino che lo esorta a risalire il fiume verso Pallanteo per chiedere l’aiuto del re degli Arcadi, Evandro.
Enea viene accolto con favore, e ricorda a Evandro che gli Arcadi, benché Greci, sono legati da antichi vincoli di sangue con i Troiani. Evandro ricorda antichi episodi di scambi di doni con Anchise, padre di Enea, e accorda il suo appoggio. Intanto invita gli ospiti alle cerimonie in onore di Ercole e fa allestire loro un banchetto.
Dopo il pranzo, il re narra come Ercole avesse liberato il paese dal mostruoso e bestiale Caco, che danneggiava gli abitanti: per questo tutti gli anni gli Arcadi celebrano feste e sacrifici in suo onore. Due cori di sacerdoti cantano le lodi di Ercole e ricordano le sue celebri dodici fatiche, che hanno liberato il mondo da mostri e pericoli.
Evandro parla a Enea dei tempi di Saturno e dell’età dell’oro. Poi gli mostra la porta Carmentale, il bosco dell’Asilo, il Lupercale, gli altri luoghi dell’antico Lazio dove sarebbe sorta Roma; infine lo invita nella sua semplice casa.
Contemporaneamente lo invita a recarsi a Cere (oggi Cerveteri) per ottenenere l’aiuto degli Etruschi, ostili a Turno, dopo che questi ha dato ospitalità al tiranno Mezenzio che essi avevano scacciato dalla città con il figlio Lauso e i suoi fidi.
Intanto Venere riesce a strappare al marito Vulcano, il fabbro degli dèi, la promessa di nuove armi per il figlio. Vulcano si reca nella sua fucina, nelle isole Eolie, dove tre Ciclopi sono intenti a fabbricare i fulmini di Zeus.
Enea si prepara a partire per raggiungere gli Etruschi, accompagnato dal giovane principe Pallante e da una schiera di Arcadi. Il vecchio re saluta con commozione il figlio, che teme di non rivedere più vivo. Troiani e Arcadi raggiungono l’accampamento etrusco posto vicino a Cere.
Venere consegna al figlio le armi fabbricate da Vulcano. Tra esse spicca il grande scudo decorato, che viene descritto con ampiezza.
Lo scudo di Enea fabbricato da Vulcano è suddiviso in fasce concentriche in cui sono raffigurati, con grande raffinatezza, episodi della storia romana, dalle origini di Roma fino all’imperatore Augusto: Romolo e Remo, il ratto delle Sabine, altri episodi antichi, e infine la contrapposizione tra Catilina, posto nel Tartaro tra i criminali, e Catone, posto tra i giusti nei Campi Elisi.
Campeggia nella parte centrale dello scudo un mare luminoso, in cui si svolge la battaglia di Azio tra Augusto da una parte, Antonio e Cleopatra dall’altra. Allo scontro partecipano anche gli dèi. I vinti fuggono, insieme alla regina Cleopatra, verso le foci del Nilo. Compare infine l’immagine del triplice trionfo celebrato da Augusto a Roma.
Enea, pur non potendo comprendere il significato delle immagini, gode della loro bellezza.