Erminia tra i pastori – riassunto del canto 7 (VII) del poema epico di Torquato Tasso, Gerusalemme liberata.
Prima però vi raccontiamo l’antefatto per meglio comprendere il brano proposto.
Erminia tra i pastori – antefatto
Erminia è la figlia del re musulmano di Antiochia. Dopo la caduta della città e la morte del padre, è stata fatta prigioniera da Tancredi, valoroso guerriero cristiano, che la tratta con cortesia e le concede la libertà. Durante la prigionia, la giovane si innamora di Tancredi, che invece ama Clorinda, una coraggiosa guerriera saracena.
Erminia tra i pastori – riassunto
Da una torre, Erminia ha seguito lo scontro tra Argante e l’amato Tancredi. Ora vorrebbe recarsi nel campo cristiano per curargli le ferite. Invidia la guerriera Clorinda, libera di uscire da Gerusalemme e capace di andare dove più le piaccia. Con una coraggiosa risoluzione, decide di vestirne le armi e di tentare la sorte, intenzionata a raggiungere l’amato.
Travestiti alla meglio anche lo scudiero e l’ancella, Erminia può uscire dalla città e avvicinarsi all’accampamento nemico. A esso manda lo scudiero per informare Tancredi delle sue intenzioni e chiedergli un lasciapassare. Ma poi, impaziente, Erminia si avvicina al campo cristiano. È avvistata dalle sentinelle e, scambiata per Clorinda, è costretta a una fuga precipitosa. Con questa fuga e questo inseguimento si conclude il canto 6.
Il canto 7 si apre sulla fuga precipitosa di Erminia. Questa, dopo aver corso per un giorno e una notte, giunge al fiume Giordano e cade addormentata.
Al risveglio, la mattina seguente, è subito attratta dal dolce suono del canto dei pastori, accompagnato dalle zampogne. Erminia si avvicina e vede un uomo canuto impegnato a intrecciare ceste di vimini circondato dal suo gregge e da tre fanciulli che cantano.
I pastori, vedendo apparire all’improvviso delle armi (cosa insolita per quei luoghi pacifici), si spaventano. Ma Erminia si leva l’elmo, scoprendo i suoi occhi e i bei capelli dorati, e li rassicura invitandoli a continuare ciò che stanno facendo, perché lei non è lì per muovere guerra.