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Esistenzialismo significato, corrente filosofica

L’Esistenzialismo è la corrente filosofica prevalente nel 1900 (XX secolo). Si presenta come una volontà di riflessione concreta dell’uomo e sulla sua condizione.

Poiché ogni individuo possiede una sua personale sensibilità che gli fornisce una particolare «intuizione del mondo», l’esistenzialismo si è sviluppato secondo direttrici diverse, fondate ciascuna su un diverso modo di sentire la realtà:

  • esistenzialismo ateo con Heidegger e Sartre;
  • l’esistenzialismo religioso con Kierkegaard, Jaspers, Gabriel Marcel;
  • esistenzialismo «positivo» con Merleau-Ponty e, in Italia, con Nicola Abbagnano.

L’esistenza precede l’essenza

Il tratto fondamentale di ogni filosofia dell’esistenza è costituito dall’intuizione e dall’esperienza di una libertà assoluta.

La formula di Sartre «l’esistenza precede l’essenza» significa infatti che noi non siamo predeterminati al momento del nostro apparire nel mondo, ma che creiamo il nostro destino con le nostre libere scelte, che siamo del tutto responsabili di noi stessi.

L’Esistenzialismo è un «umanismo»

L’esistenzialismo è dunque in primo luogo una filosofia morale, un «umanismo» che esalta l’impegno e rifiuta la speculazione tradizionale. Questa, illudendosi di ricercare all’infinito i motivi dell’azione umana, conduce all’assenteismo e all’immobilità.

L’uomo è un essere incarnato nell’esistenza

Dal punto di vista teorico, l’esistenzialismo muove dalla constatazione che l’uomo inizialmente non è un essere raziocinante, ma semplicemente un essere incarnato nell’esistenza. In tal senso siamo come «imbarcati» e non possiamo riflettere che a partire dall’esistenza, la quale rappresenta la verità immediata.

In questo senso l’esistenzialismo si avvicina al marxismo, per il quale l’impegno che ci lega alla vita è la struttura di fondo di tutte le nostre idee.

 

 

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