Essere come la moglie di Cesare è un modo di dire della lingua italiana e sta a significare che si richiede di avere un comportamento irreprensibile, che sia al di sopra di ogni sospetto, e quindi non dare adito a pettegolezzi sulla moralità.
Chi pronunciò per primo questa frase? Perché?
A pronunciare la frase fu Giulio Cesare in occasione dello scandalo della Bona Dea. Alla Bona Dea, dea della fertilità, era dedicata una festa di carattere privato che si celebrava ogni anno agli inizi di dicembre, nella casa del pontefice massimo o del console o del pretore. Alla celebrazione, durante la quale si sacrificava una scrofa gravida in favore dell’intero popolo romano, potevano partecipare le sole matrone, assistite dalle vergini Vestali. Si facevano uscire dall’abitazione dove si celebrava non solo tutti gli uomini ma anche tutti gli animali maschi e si coprivano tutti i dipinti dove era rappresentato un maschio.
I festeggiamenti in onore della dea della fertilità, Bona Dea, nell’anno 62 a.C., si dovevano svolgere in casa di Cesare. Publio Claudio Pulcro detto Clodio (il fratello della celebre Clodia, la Lesbia di Catullo) s’introdusse nell’abitazione di Giulio Cesare, all’epoca pontefice massimo e pretore, travestito da donna.
La cosa venne scoperta e fece grande scandalo. Ci fu un processo: Clodio fu accusato di sacrilegio ma venne assolto e Cicerone proclamò la corruzione palese dei giurati. Cesare nel processo si dichiarò convinto dell’innocenza di Pompea, sua seconda moglie, accusata di aver fatto entrare Clodio perché era il suo amante e processata per oltraggio al pudore e alla religione.
Quando i giudici allora chiesero a Cesare perché, sebbene convinto dell’innocenza della moglie, avesse comunque divorziato, rispose che l’aveva fatto perché, in nome dei dettami del mos maiorum, la moglie di Cesare doveva essere al di sopra di ogni sospetto: una frase che è diventata proverbiale.
