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Ettore appare in sogno ad Enea, riassunto e spiegazione

Ettore appare in sogno ad Enea e gli predice l’imminente rovina di Troia. I Greci stanno invadendo la città (complice il famoso cavallo di Troia), la metteranno a ferro e fuoco; si sono già impadroniti della rocca di Pergamo e delle mura; ogni tentativo di resistere è ormai impossibile e inutile, perciò Ettore esorta Enea a mettersi in salvo, portando con sé i Penati. Dovrà prendere la via del mare e dare alla gloriosa città di Troia una nuova sede e una nuova storia.

Dove si trova l’episodio “Ettore appare in sogno ad Enea”?

Questo episodio si trova nel secondo libro dell’Eneide ed è particolarmente importante nella struttura del poema, dal momento che oltre a collegare in maniera decisa l’Eneide all’Iliade, fa di Enea il continuatore e l’autentico salvatore della stirpe troiana. Grazie alla sua missione, afferma il fantasma di Ettore, Troia e i Penati torneranno a vivere in un’altra città (Roma) che darà prosperità e fortuna al popolo troiano.

Di che tipo di sogno si tratta?

È un sogno premonitore quello narrato nel libro II dell’Eneide. Nella cultura greca, i sogni erano considerati di grande importanza, perché attraverso di essi i morti potevano ancora parlare con i vivi e gli dèi con gli essere umani.

Chi è Ettore per Enea?

Ettore è il cugino di secondo grado di Enea, essendo figlio del re Priamo, che a sua volta era cugino di primo grado di Anchise (padre di Enea). Era morto per mano di Achille, il famoso guerriero greco.

Ettore appare in sogno ad Enea riassunto e spiegazione

Enea racconta che nel sogno Ettore gli appare come lo aveva visto l’ultima volta: insanguinato e impolverato nel giorno della sua morte quando Achille, dopo averlo ucciso in duello, ne aveva straziato orrendamente il cadavere, legandolo per i piedi al carro da guerra, per poi trascinarlo intorno alle mura della città (questo episodio lo trovi in Iliade libro 22 riassunto) .

Com’è diverso ora Ettore rispetto a quando era tornato vittorioso dopo aver ucciso Patroclo in duello ed essersi rivestito poi delle armi di Achille che egli indossava, o quando aveva lanciato le torce troiane contro le navi greche (questi due episodi li trovi in Iliade libro sedicesmo riassunto). La sua barba ora è incolta, i capelli sono impastati di sangue raggrumato e si vedono le tante ferite che gli furono inferte sotto le mura di Troia.

Enea nel sogno è convinto che Ettore sia ancora vivo e gli rivolge tutta una serie di domande (dove si è trattenuto per tutto questo tempo? perché torna solo ora, dopo che tanti uomini sono morti in battaglia? da dove provengono tutte quelle ferite?); a queste domande l’eroe non degna la minima attenzione. Emette invece un profondo sospiro e gli dice di fuggire da Troia, ormai in fiamme e in mano al nemico: se Troia avesse potuto difendersi con mani mortali sarebbero bastate le sue.

Ettore affida a Enea i «sacri Penati» e gli profetizza il lungo viaggio per mare, che lo condurrà assieme ai profughi troiani da lui guidati nel Lazio. Infine, Ettore porge a Enea la piccola statua della dea Vesta (che veniva raffigurata con il capo coperto dalle bende sacre) e il fuoco che doveva ardere perennemente nel tempio a lei dedicato.

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