La famiglia Medici governò Firenze per circa tre secoli, dal 1434 al 1737. È grazie al mecenatismo e alla guida politica della famiglia Medici che nel XV secolo Firenze divenne il fulcro del Rinascimento, che ha reso l’arte e la cultura italiana famose nel mondo.
La famiglia Medici era originaria di Cafaggiòlo, una località del Mugello, nella zona settentrionale della Toscana. Si dice, ma non è certo, che un antenato fosse stato medico (da qui il nome) e che le sei palle che comparvero poi sul loro stemma rappresentassero le pillole con cui l’antenato aveva guarito un papa di passaggio.
Il primo esponente di spicco del ramo centrale della famiglia Medici fu Giovanni di Bicci de’ Medici, che divenne il più ricco banchiere d’Italia.
Giovanni di Bicci de’ Medici
La famiglia Medici si arricchì e accentrò il potere attraverso il Banco dei Medici, istituito nel 1397 da Giovanni di Bicci de’ Medici (1360-1429). Tra i clienti dei Medici vi erano i papi di Roma, che a loro chiedevano prestiti e finanziamenti. In tal modo i Medici entrarono a contatto con i signori e i principi che frequentavano la corte papale e che divennero a loro volta clienti della potente famiglia fiorentina.
Cosimo de’ Medici detto il Vecchio
Nel 1429, alla morte di Giovanni di Bicci de’ Medici suo figlio Cosimo de’ Medici detto il Vecchio (1389-1464) prese le redini della banca e, pur mantenendo formalmente le istituzioni repubblicane, esercitò un controllo de facto sulla vita politica cittadina, insediando uomini di sua fiducia ai posti di comando nel governo. In questo modo la famiglia Medici si assicurò che le decisioni di governo fossero sempre a favore dei suoi interessi.
Il suo periodo di governo, che durò dal 1434 al 1464, fu caratterizzato da una notevole prosperità economica e da un fervore culturale senza precedenti. Cosimo de’ Medici investì in ambiti diversificati, contribuì ad abbellire Firenze di molte opere artistiche, raccogliendo intorno a sé i geni dell’epoca: l’architetto Michelozzo Michelozzi, gli scultori Lorenzo Ghiberti e Donatello, i pittori Andrea del Castagno, Beato Angelico e Benozzo Gozzoli.
Piero di Cosimo de’ Medici detto il Gottoso
Alla morte di Cosimo de’ Medici, nel 1464, gli successe il figlio Piero di Cosimo de’ Medici (1416-1469), detto il Gottoso, perché afflitto da gotta. Fu signore di Firenze per soli cinque anni, ma grazie a lui lavorarono a Firenze grandi artisti come Donatello, Andrea del Verrocchio e Sandro Botticelli. Gli successe il primogenito Lorenzo, noto come Lorenzo Il Magnifico (1449-1492).
Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico
Lorenzo, figlio di Piero il Gottoso, aveva solo vent’anni quando alla morte del padre si ritrovò a capo della famiglia, ma dimostrò presto di avere una notevole abilità politica, che portò all’affermazione definitiva della famiglia Medici.
Salvatosi da una congiura della famiglia rivale dei Pazzi nel 1478 (la cosiddetta Congiura dei Pazzi), che costò la vita al fratello Giuliano, Lorenzo condusse una politica diplomatica che mantenne gli equilibri fra gli Stati e garantì a Firenze altri anni di fervore culturale oltre che economico.
Egli stesso letterato di formazione umanista, fu un mecenate generoso, che sostenne artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Michelangelo e Botticelli.
La sua politica interna fu incentrata sul consolidamento del potere mediceo attraverso alleanze strategiche e il controllo delle istituzioni cittadine, pur continuando a promuovere lo sviluppo economico e sociale di Firenze. Purtroppo, alla morte di Lorenzo, l’8 aprile 1492 (pochi mesi prima della scoperta dell’America) le guerre e le rivalità reciproche ripresero, dando il via alla triste stagione delle guerre d’Italia.
I papi della famiglia Medici
Tra i discendenti di Lorenzo il Magnifico, nella famiglia Medici ci furono ben due papi: papa Leone X, ovvero Giovanni de’ Medici (1475-1521) figlio di Lorenzo il Magnifico e Clemente VII (1478-1534), ovvero Giulio de’ Medici, cugino di Leone X e figlio di Giuliano de’ Medici morto nella congiura dei Pazzi.
Lorenzo di Piero de’ Medici, il dedicatario del Principe di Machiavelli
È a Lorenzo di Piero de’ Medici, duca di Urbino (1492-1519), nipote di Leone X, che Niccolò Machiavelli dedicò Il Principe. Dal suo matrimonio con Madeleine de la Tour d’Auvergne nacque Caterina de’ Medici, futura regina di Francia.
Le regine della famiglia Medici
Caterina de’ Medici (1519-1589) divenne reggente di Francia (1560-1574) dopo la morte del marito, re Enrico II di Francia. Protagonista delle guerre di religione tra cattolici e ugonotti, ebbe forse un ruolo nel massacro della notte di San Bartolomeo. Fu la madre dei re di Francia Francesco II, Carlo IX ed Enrico III e delle regine Elisabetta (regina di Spagna) e di Margherita (regina di Navarra e di Francia).
Maria de’ Medici (1573-1642) fu la seconda regina di Francia di Casa Medici, dopo Caterina, diventando moglie di Enrico IV di Francia.
Cosimo II de’ Medici amico e protettore di Galileo Galilei
A Cosimo II de’ Medici (1590-1621) lo scienziato Galileo Galilei, suo maestro e grande amico, dedicò il Sidereus Nuncius e chiamò Stelle Medicee le quattro lune di Giove che scoprì.
Anna Maria Luisa de’ Medici, l’ultima esponente della famiglia Medici di Firenze
Quando nel 1737 morì il Granduca di Toscana Gian Gastone de’ Medici, senza lasciare eredi, il Granducato di Toscana passò sotto il controllo del duca Francesco III di Lorena. Alla sorella di Gian Gastone, Anna Maria Luisa de’ Medici, vedova e senza figli, furono assegnati invece i beni mobili, le collezioni e i possedimenti della famiglia Medici.
Il patto di Famiglia di Anna Maria Luisa de’ Medici
Da sempre era legge e consuetudine che il casato che subentrava ad un altro alla guida di una città o di uno Stato ne ereditasse anche le collezioni d’arte. Il 31 ottobre 1737 allora la lungimirante Anna Maria Luisa de’ Medici stipulò con i nuovi padroni di Firenze il cosiddetto Patto di Famiglia, nel quale si stabiliva che dopo la sua morte (avvenuta il 18 febbraio 1743) niente delle opere d’arte collezionate dalla sua famiglia in secoli di mecenatismo potesse essere allontanato dalla città, ma doveva rimanere “per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri“. È quindi grazie a lei se Firenze ha potuto mantenere intatto fino a oggi il patrimonio di opere d’arte accumulato nei secoli dalla famiglia Medici.