Farinata degli Uberti o Manente di Iacopo degli Uberti, detto Farinata, per il colore biondo platino dei capelli. Fu il principale esponente della fazione ghibellina della Firenze del Duecento. Di nobile famiglia, nacque a Firenze agli inizi del 1200.
La storia di Farinata degli Uberti
Nel 1248, con l’appoggio dell’imperatore Federico secondo di Svevia, cacciò una prima volta i Guelfi, sostenitori del papa, da Firenze. I Guelfi tornarono al potere nel 1251 e nel 1258 esiliarono Farinata insieme agli altri Ghibellini.
Farinata si rifugiò allora a Siena. Quando Firenze tentò un’azione contro Siena, Farinata, con l’aiuto di Manfredi di Svevia, succeduto a Federico II sul trono di Sicilia, trasformò l’attacco a Montaperti dei fiorentini contro i senesi in una disfatta di proporzioni immani (Battaglia di Montaperti, 4 settembre 1260). Gli storici del tempo e Dante stesso affermano che la sera della battaglia di Montaperti le acque del fiume Arbia avevano assunto il colore del sangue.
Alla Dieta di Empoli (settembre 1260), nella quale si riunirono tutte le forze ghibelline della Toscana, Farinata si oppose con vigore alla proposta di radere al suolo Firenze in segno di vendetta contro i Guelfi. Rientrato in città, mise comunque in atto una durissima rappresaglia contro la fazione rivale.
Farinata degli Uberti morì a Firenze nel 1264. Proprio quell’anno i Ghibellini furono di nuovo cacciati e dopo la sconfitta di Manfredi nella battaglia di Benevento nel 1266, furono definitivamente banditi.
Per ragioni politiche la figlia Bice (o Beatrice) degli Uberti andò sposa a Guido Cavalcanti, membro dell’opposta fazione.
Nel 1283, a vent’anni dalla morte, il Tribunale dell’Inquisizione intentò contro Farinata un processo e lo condannò per eresia (per questo Dante lo pone tra gli epicurei). Le salme di Farinata e di sua moglie Adaleta furono esumate dalla Chiesa di Santa Reparata e disperse in terra sconsacrata, mentre la loro eredità fu confiscata agli eredi.
Farinata nella Divina Commedia
Dante cita Farinata degli Uberti, suo concittadino ma di parte opposta (perché Dante appartiene a una famiglia guelfa), nel VI canto dell’Inferno (vv. 79-87). Successivamente lo incontra nel canto X dell’Inferno tra gli eretici, in particolare tra gli epicurei.
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