La fecondazione artificiale è una conquista scientifica ormai pienamente realizzata. Tuttavia, non tutti considerano lecito il ricorso a questa tecnica di riproduzione umana, o almeno non lo ritengono lecito in tutti i casi indifferentemente.
Esistono diverse tecniche per realizzare la fecondazione artificiale. La tecnica più tradizionale e sperimentata è la fecondazione omologa, in cui l’embrione è il risultato dell’incontro tra il seme maschile e quello femminile dei due genitori del nascituro. Questa fecondazione avviene solitamente iniettando il seme maschile nel momento in cui l’ovulo femminile è fertile, cioè predisposto a essere fecondato.
A volte la fecondazione può avvenire «in vitro» (FIVET, Fecondazione in vitro con embryo transfer): seme maschile e ovulo femminile vengono entrambi prelevati dai due genitori e fatti incontrare in provetta. L’ovulo fecondato viene successivamente impiantato nell’utero della donna.
Diverso è il caso della fecondazione eterologa, in cui vi è l’intervento di un donatore esterno. Nella maggior parte dei casi si tratta di un donatore maschile (anonimo), il cui seme viene utilizzato per fecondare l’ovulo della donna che vuole avere un figlio. In alcuni casi, è possibile che vi sia un donatore femmina, ovvero che venga utilizzato un ovulo di un’altra donna (anonima), fecondato in vitro e poi impiantato nell’utero della futura madre.
La fecondazione omologa è ormai accettata da quasi tutti. Molti dubbi circondano invece il ricorso alla fecondazione eterologa, in cui vi è l’intervento di un donatore esterno, e pertanto non vi è certezza sul padre (o sulla madre) biologico del nascituro; inoltre, la fecondazione eterologa permette alla donna di scegliere autonomamente se avere un figlio, senza bisogno di un uomo come futuro padre.
La fecondazione eterologa e gli sviluppi delle ricerche sulla fecondazione «in vitro» consentono pertanto di generare bambini al di fuori dei tradizionali rapporti di coppia. Una possibilità che è severamente condannata dalla Chiesa cattolica, ma che è ritenuta molto rischiosa anche da parte di tanti psicologi e filosofi laici, che ritengono ingiusto far nascere un bambino fuori da un contesto familiare.
La preoccupazione più grave e diffusa riguarda, come per la clonazione, la possibilità di predeterminare le caratteristiche del nascituro e di procedere a una sorta di selezione della specie umana. In alcuni Paesi è infatti possibile ricorrere alla fecondazione eterologa richiedendo che le caratteristiche del donatore rispondano a certi requisiti: ad esempio che sia un bianco, che abbia un determinato quoziente d’intelligenza, che non abbia avuto malattie ereditarie nella famiglia. In questo modo si cerca di avere un figlio «perfetto», eliminando tutti i rischi connessi a una fecondazione naturale. Anche in caso di fecondazione omologa è comunque possibile effettuare una diagnosi sugli embrioni, scartando quelli che presentano eventuali rischi di malformazione o malattie congenite.