Fedone o Sull’anima del filosofo Platone fu composto nel 380 a.C. È il dialogo che racconta le ultime ore di vita di Socrate. I temi principali del Fedone di Platone sono l’immortalità dell’anima e la teoria delle idee, qui esposta da Platone per la prima volta in forma organica.
Fedone riassunto e spiegazione
Fedone, allievo di Socrate, riferisce a Echecrate le discussioni sul destino dell’anima dopo la morte fra Socrate e il gruppo di discepoli che gli fa visita in cella, nei giorni che precedono l’esecuzione della condanna a morte (per un approfondimento leggi La morte di Socrate).
Il filosofo Socrate, dopo aver perseguito per tutta la vita la verità, sa che solo l’anima purificata dal corpo e dai sensi ingannevoli può finalmente raggiungerla. Di qui la gioia con cui egli si avvicina alla morte e la certezza che l’anima, dopo questa, continuerà a sopravvivere.
Una tale fede diventa certezza con il sostegno di dimostrazioni razionali. Sono le famose prove dell’immortalità dell’anima:
- la prova dei contrari: per il principio dei contrari, se dalla vita viene la morte, dalla morte deve venire la vita, nel senso che l’anima rivive dopo la morte del corpo;
- prova della reminescenza: se la conoscenza umana è reminiscenza di verità già conosciute (cioè, se l’uomo ricorda), è necessario che l’anima preesista al suo calarsi nei corpi (è perché la sua anima ha vissuto prima);
- la prova della partecipazione: l’anima, in quanto soffio vitale, è vita e partecipa dell’idea di vita, pertanto non può accogliere in sé l’idea della morte.
Dopo le obiezioni di Simmia e Cebete, due scolari dubbiosi e insoddisfatti, e l’atmosfera di disagio che segue parendo agli altri presenti che non convenga adoperarsi per togliere così confortanti certezze a un morituro, Socrate esorta i discepoli a non stancarsi mai di indagare la via della ricerca per quanto difficile e irta appaia.
Riprende, poi, ad argomentare. La prova conclusiva è questa: i contrari si escludono, il caldo non può mai essere freddo e viceversa; ma l’anima è la vita stessa, e dunque non può mai ricevere la morte.
Segue la descrizione lunga e minuziosa della condizione delle anime dopo la morte:
- l’anima buona – cioè chi ha praticato la filosofia e si è astenuto dalla stoltezza del corpo -, di natura invisibile, va verso un luogo altrettanto invisibile;
- le anime di coloro che si sono invece dedicati solo a ciò che è corporeo risulteranno appesantite da tutte le impurità accolte e potranno solo vagare come fantasmi tra tombe e sepolcri.
Sta per tramontare e il messo dei magistrati addetti al carcere viene ad annunciare che è giunta l’ora di bere la cicuta. Socrate compie le operazioni finali con sereno distacco.