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Fiammetta musa ispiratrice di Boccaccio

Fiammetta è la donna poetica celebrata da Boccaccio in molte delle sue opere. È una delle tre donne più famose della letteratura italiana, assieme a Beatrice di Dante e a Laura di Petrarca.

Chi è realmente la Fiammetta amata da Boccaccio?

Secondo la tradizione si tratta di Maria d’Aquino, figlia naturale del re Roberto d’Angiò e moglie di un gentiluomo di corte. Complice nell’omicidio nel 1345 del re Andrea d’Angiò, marito di sua nipote e successore di Roberto, la regina Giovanna I, fu condannata a morte e decapitata nel 1382 per ordine del successore della regina Giovanna I, re Carlo III. Nessun documento conferma però l’esistenza storica di Maria d’Aquino.

L’amore di Boccaccio per Fiammetta

Giovanni Boccaccio (1313-1375), nel 1327, a soli quattordici anni, si trasferì con il padre, Boccaccino di Chellino, un ricco mercante, a Napoli, dove venne avviato alla pratica del commercio e poi agli studi di diritto. Interessato alla letteratura, Boccaccio frequentò la corte del re Roberto d’Angiò. Qui incontrò la celebre Fiammetta, da lui cantata in molte delle sue opere. Tale incontro è descritto nel Filocolo, prendendo a modello il racconto di quello tra Dante e Beatrice nella Vita nuova.

Boccaccio racconta di avere incontrata Fiammetta la prima volta il Sabato Santo del 1336, all’interno della Basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli e di essersene innamorato fin dal primo sguardo. La loro storia durò circa tre anni, poi lei lo lasciò per un nuovo amore.

Il periodo napoletano si concluse improvvisamente per Boccaccio nel 1340, quando il padre lo richiamò a Firenze.

Fiammetta segnò profondamente Boccaccio, tant’è che appare in numerose opere: il già citato Filocolo, Teseida, Filostrato, Ninfale d’Ameto, Amorosa visione, Elegia di Madonna Fiammetta, la cui narrazione è incentrata proprio sul tema dell’innamoramento, ma qui il poeta, la cui figura si cela sotto le sembianze di Panfilo, inverte le posizioni: è Fiammetta ad essere tradita dal suo amante Panfilo.

Boccaccio la fa vivere anche nel Decameron: Fiammetta è infatti uno dei 10 novellatori che si allontanano da Firenze per sfuggire alla peste nera e durante la loro permanenza nella casa fuori Firenze racconteranno le novelle comprese nell’opera.

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