Il Filocolo di Boccaccio è il primo romanzo in prosa della nostra letteratura. Appartiene alla giovinezza di Boccaccio, scritto durante il suo soggiorno a Napoli nel 1336. Lo scrittore ha tratto la vicenda da un cantare italiano dei primi anni del 1300, che derivava da un poemetto francese del 1100.
Nell’Introduzione del Filocolo Boccaccio finge di avere scritta l’opera a richiesta della donna da lui amata, Fiammetta.
Qual è l’argomento del Filocolo di Boccaccio?
Nel romanzo, in cinque libri, si narra la storia dell’amore di due giovani, Florio e Biancofiore, che, dopo lunghe e pericolose avventure, riescono finalmente a sposarsi.
Filocolo – Florio e Biancofiore riassunto
La storia narra di una fanciulla, Biancofiore, il cui padre è stato ucciso dai Saraceni spagnoli di re Felice. La madre viene accolta dal re Felice nel suo seguito, ma muore dando alla luce Biancofiore. Nello stesso giorno nasce Florio, figlio del re. I due bambini crescono insieme e un giorno mentre leggono l’Ars amatoria di Ovidio si innamorano (la vicenda richiama quella di Paolo e Francesca nel canto V dell’Inferno: l’Ars amatoria di Ovidio ha la stessa funzione del libro galeotto di Lancillotto e Ginevra).
L’amore è però ostacolato dal re, che dapprima allontana Florio e poi vende la fanciulla ad alcuni mercanti che la cedono all’ammiraglio di Alessandria. Florio tuttavia resta fedele al proprio amore, resistendo anche alla seduzione di due donzelle.
Comincia a questo punto la sua “fatica d’amore“: egli assume il nome di Filocolo (appunto, secondo il greco approssimativo di Boccaccio, “fatica d’amore”) e dà inizio alla ricerca della donna amata che lo porta in Italia, a Napoli. Qui, bloccato da una tempesta in mare, si trova a passeggiare presso la tomba di Virgilio, dove viene attratto dalla melodia proveniente da un giardino vicino; incontra Caleone (che rappresenta il Boccaccio stesso). Caleone fa parte di una brigata di giovani e invita Florio a unirvisi. Tra questi giovani c’è anche Fiammetta, eletta regina del gruppo. Ciascuno a turno pone una questione d’amore, su cui la regina interviene. È una situazione, questa, che tornerà nel Decameron.
Giunto infine ad Alessandria, Florio s’introduce nella torre dove sta rinchiusa Biancofiore, ma viene scoperto e i due giovani vengono condannati a morte attraverso il rogo. Interviene però la dea Venere (deus ex machina) che rende i due giovani immuni alle fiamme; viene inoltre alla luce che l’ammiraglio è lo zio di Florio. I due possono dunque sposarsi e intraprendono il viaggio di ritorno, visitando Napoli, Certaldo, Roma. A Roma i due giovani ricevono il battesimo. Ormai cristiano, Florio fa sapere al padre, il re Felice, che tornerà solo se si convertità. In effetti anche Felice, prima di morire, si converte e Florio, alla sua morte, viene incoronato re.