Filottete è un personaggio della mitologia greca, strettamente legato alle vicende della guerra di Troia. È un’arciere greco, figlio di Peante e Demonassa (secondo altri di Metone). Eracle gli aveva fatto dono dell’arco e delle proprie frecce avvelenate.
Filottete e il morso del serpente
Partito per la guerra di Troia alla testa di sette navi, all’isola di Tenedo, prima tappa del viaggio, Filottete venne morso a un piede da un serpente, durante un sacrificio ad Apollo. Secondo alcune versioni, il serpente che lo morse gli fu inviato contro dalla ninfa Crise, che innamoratasi di lui era stata respinta. Secondo un’altra versione si ferì accidentalmente, pungendosi con una delle frecce avvelenate di Eracle: era la punizione per aver violato la promessa fatta a Eracle in punto di morte, di non dire a nessuno il luogo di sepoltura dell’eroe.
L’abbandono sull’isola di Lemno
Il fetore emanato dalla ferita, che si era aggravata e infettata, fece sì che Ulisse e Diomede lo abbandonassero sull’isola di Lemno. Filotette sopravvisse sull’isola per ben dieci anni, mangiando gli uccelli uccisi con l’arco e le frecce di Eracle, prima che Ulisse e Diomede tornassero a prenderlo per condurlo a Troia. Eleno, il figlio veggente di Priamo re di Troia, catturato in un’imboscata da Ulisse, aveva predetto infatti che Troia sarebbe stata espugnata soltanto grazie alle armi di Eracle ora in mano a Filottete.
Filottete nella guerra di Troia
Guarito sotto le mura della città, a opera di Macaone, figlio di Asclepio (secondo altri per intervento di Apollo), Filottete decise le sorti della guerra di Troia uccidendo Paride con le frecce di Eracle.
Come morì Filottete?
Dopo la guerra di Troia, ritornò nella sua patria e da lì fu cacciato e riparò in Italia. In Calabria fondò Petilia e appese le armi di Eracle in un tempio dedicato ad Apollo. Morì combattendo presso Crotone in aiuto dei Rodii, che volevano stanziarsi nell’Italia meridionale.
La leggenda di Filottete conobbe numerose elaborazioni, tra le quali quelle di Omero, Eschilo, Sofocle ed Euripide.