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Ultime lettere di Jacopo Ortis – Riassunto

Ultime lettere di Jacopo Ortis è il celebre romanzo epistolare autobiografico di Ugo Foscolo. La stesura impegnò a lungo l’autore: i primi abbozzi sono del 1796, l’edizione definitiva è del 1817.

Il romanzo si può definire epistolare perché è in forma di lettere indirizzate da Jacopo all’amico Lorenzo Alderani; autobiografico perché racconta, anche se in modo indiretto, la vita dell’autore Ugo Foscolo. I riferimenti alle vicende della sua vita all’interno del romanzo sono infatti continui: nel 1796 Foscolo si era rifugiato sui colli Euganei per consiglio della madre e là aveva scritto il primo abbozzo dell’Ortis: Laura, lettere. Foscolo, poi, come Jacopo, aveva sofferto per il Trattato di Campoformio, viaggiato per l’Italia (a Firenze, Milano, Ravenna). Laura diventò Teresa perché nel frattempo Foscolo aveva conosciuto Teresa Pikler Monti. Il fatto che Teresa sia già promessa sposa a un altro ricorda infine la delusione amorosa per Isabella Roncioni, a Firenze.

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis riassunto dettagliato

Il romanzo è costituito da una raccolta ordinata delle lettere di Jacopo Ortis inviate all’amico Lorenzo Alderani fra l’11 ottobre 1797 e il 25 marzo 1799. Vi sono alcune lettere indirizzate all’amata Teresa e ad altri, e alcuni interventi di Lorenzo che narra fra l’altro ciò che Jacopo non avrebbe potuto, il suicidio.

La vicenda narrata trae origine dal suicidio, in data 29 marzo 1796, di Girolamo Ortis, studente friulano all’Università di Padova; Foscolo non lo conobbe mai personalmente e nel romanzo ne mutò il nome in Jacopo.

Il modello a cui Foscolo guarda è soprattutto I dolori del giovane Werther di Goethe, ma non è da trascurare l’influsso della Nuova Eloisa di Rousseau.

Chiaramente ispirato a Werther è il nodo fondamentale dell’intreccio: un giovane che si suicida per amore di una donna già destinata come sposa a un altro.

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis trama

Il romanzo inizia con una lettera inviata dal giovane patriota Jacopo all’amico Lorenzo Alderani dai colli Euganei, l’11 ottobre 1797.

In questa lettera Jacopo esprime tutta la sua pena per la cessione di Venezia all’Austria col Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797): «Il sacrificio della patria nostra è consumato; tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure e la nostra famiglia».

Fuggito da Venezia, Jacopo si rifugia sui Colli Euganei per sfuggire alle persecuzioni politiche. Qui si innamora di Teresa e ne è riamato. Il padre di lei intende però darla in moglie al mediocre ma ricco Odoardo per sanare le difficili condizioni economiche della famiglia. Jacopo tenta di dominare la passione allontanandosi da Teresa e viaggiando attraverso l’Italia.

Il racconto del viaggio occupa la seconda parte del romanzo. Dovunque incontra lo stesso desolante spettacolo di un popolo sventurato, ma anche vile, di «una terra prostituta, premio sempre della vittoria».

È a Bologna, a Firenze (dove nella chiesa di Santa Croce visita le tombe dei grandi Italiani), a Milano, dove Jacopo incontra il vecchio Giuseppe Parini; a Ventimiglia, dove si svolge una meditazione pessimistica sulla storia e sulla società umana.

Tornato ai Colli Euganei dopo aver appreso delle avvenute nozze di Teresa, la incontra per l’ultima volta; si reca poi a far visita alla madre, e infine si uccide la notte del 25 marzo 1799, pugnalandosi al cuore.

Ultime lettere di Jacopo Ortis commento e analisi

A prima vista sembra che il romanzo svolga due distinti temi: uno, l’amore infelice di Jacopo per Teresa; l’altro, il dolore per la servitù della patria.

In realtà non si tratta di due temi indipendenti. Il tema fondamentale del libro è infatti uno solo ed è quello politico, il dramma della servitù della patria dopo il Trattato di Campoformio.

Emblematico l’inizio del romanzo: «Il sacrificio della patria nostra è consumato». Il dramma amoroso si svolge all’interno di quella particolare situazione storica che ne costituisce la ragione e il condizionamento.

L’amore di Jacopo per Teresa è un amore «impossibile» non perché rivolto a una persona che non può e non deve corrispondere (perché legata a un altro uomo), ma perché la situazione politica non consente a Teresa (che ama Jacopo) di ribellarsi al padre.

Il suicidio di Jacopo è un atto di protesta contro la realtà politica e sociale del proprio tempo e la vita è nella coscienza di Jacopo un bene profondamente amato. La sua protesta non è perciò rivolta contro la vita in se stessa, bensì contro le inique strutture della società.

Ultime lettere di Jacopo Ortis temi

Nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis troviamo posti o accennati i temi che Foscolo riprenderà e svilupperà nelle successive opere (soprattutto nei Sonetti e nei Sepolcri) : dall’amore per la patria al culto della poesia civilizzatrice; dall’idoleggiamento della bellezza al sentimento della morte; dal riconoscimento del valore delle tombe, alla celebrazione dei più alti ideali dell’uomo, come la libertà, l’eroismo, la poesia.

Le Lettere di Jacopo Ortis stile

Riguardo lo stile, l’opera è scritta in una prosa aulica. La sintassi è complessa, sul modello classico; studiate antitesi o simmetrie, continue ellissi; spesso, poi, l’enfasi retorica ha il sopravvento, oppure si avverte il peso delle reminiscenze libresche.

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