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Fridays for Future e Greta Thunberg

Fridays for Future, letteralmente “Venerdì per il futuro”, è un movimento internazionale di studenti che chiede azioni contro il cambiamento climatico attraverso manifestazioni pacifiche e scioperi studenteschi.

Greta Thunberg e il cambiamento climatico

Il movimento Fridays for Future è nato dall’esempio di Greta Thunberg, una studentessa svedese, nata nel 2003, che nel 2018 ha iniziato a manifestare tutti i venerdì davanti al Parlamento di Stoccolma, per chiedere al suo governo azioni concrete e immediate contro il riscaldamento globale, secondo quanto stabilito dagli Accordi di Parigi.

Da allora Greta Thunberg non si è più fermata e ha proseguito la sua battaglia anche partecipando ed esponendo le sue tesi nei più importanti contesti internazionali. A suo parere la soluzione da perseguire è quella indicata dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU) e dalla comunità scientifica, ratificata nei tanti accordi sul clima, come quello di Parigi del 2015. Bisogna ridurre l’inquinamento e soprattutto le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, eliminando i combustibili fossili e le pratiche non ecologicamente sostenibili.

Sostenuta e resa nota dalla stampa e dai social, la sua protesta solitaria contro i cambiamenti climatici si è presto trasformata in un movimento globale, il Fridays for Future, capace di dare voce a milioni di giovani e meno giovani di tutto il mondo, determinati a impegnarsi nella battaglia per l’ambiente e contro i cambiamenti climatici, perché il Pianeta B non esiste e il tempo è ormai scaduto.

Il cambiamento climatico è una delle questioni più urgenti del nostro tempo e gli effetti cui stiamo assistendo ne sono una chiara prova.

Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico?

Tra gli effetti più probabili del fenomeno si prevedono:

la diminuzione (ma anche la scomparsa) della copertura nevosa e dei ghiacciai; il disgelo del permafrost; l’innalzamento del livello medio di mari e oceani che determina la riduzione delle zone costiere e la sommersione di alcune isole; il riscaldamento delle acque dei laghi, dei mari, degli oceani, con un aumento dell’evaporazione e l’innalzamento del grado di salinità; situazioni sempre più frequenti di caldo estremo e di precipitazioni violente; intensificazioni di cicloni tropicali; perdita di biodiversità, con rischi per la salute e l’alimentazione; aumento della desertificazione che ridurrà l’estensione dei suoli coltivabili, la loro fertilità e quindi la loro produttività. Le carestie peggioreranno gli effetti di malattie molto diffuse nei Paesi in via di sviluppo.

Come fare per contrastare il cambiamento climatico?

Attraverso l’uso di fonti energetiche rinnovabili; aumentare le tasse sui combustibili fossili; puntare sull’economia circolare. Eppoi, ciascuno di noi può e deve privilegiare i propri spostamenti con i mezzi pubblici o a piedi o in bicicletta; scegliere una fornitura elettrica da fonti rinnovabili; produrre meno rifiuti; fare la raccolta differenziata; non sprecare.

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