Giano Bifronte è uno degli dèi più importanti dell’antica Roma, che non trova riscontro in altre mitologie: fu tipicamente italico e latino. Era dio bifronte perché aveva due fronti, cioè due facce: con un volto guardava verso il passato, con l’altro verso il futuro.
I Romani lo consideravano il protettore di tutte le porte, che hanno appunto due lati opposti. Il dio Giano proteggeva le porte delle case e quelle di accesso alla città, ma anche i porti, perché essi consentono di passare dal mare alla terra e viceversa; proteggeva anche e i valichi montani, che permettono di spostarsi da una vallata all’altra.
Il dio Giano era considerato dio dell’apertura e dell’inizio, cioè del principio di ogni azione. Non era infatti possibile intraprendere nessuna impresa militare, commercio o lavoro artigianale e nessuna cerimonia, pubblica o privata, senza essersi propiziati il suo favore. Per questo, la prima preghiera in ogni simile occasione era sempre rivolta a Giano, dio bifronte.
Questo dio proteggeva anche il principio della vita, ovvero il concepimento; allo stesso modo si era convinti che presiedesse alla nascita del mondo e di tutte le creature. Fu dunque definito in tal senso Ianus Pater, padre di tutti gli uomini, di tutta la Natura e dell’Universo. Proprio perché divinità degli inizi, a Giano era sacro il primo mese dell’anno, Ianuarius, Gennaio, e la festa del dio cadeva appunto il primo giorno dell’anno.
A questa divinità, i sacerdoti offrivano farro e focaccia per propiziare i raccolti del nuovo anno.
Di Giano Bifronte si diceva che fosse stato il primo re del Lazio, prima ancora dell’arrivo di Saturno (il greco Crono); questi sarebbe stato ospitato proprio da Giano dopo essere stato detronizzato dal figlio Giove (il greco Zeus). Per l’ospitalità ricevuta, Giano ricevette dal dio Saturno il dono di vedere sia il passato sia il futuro, all’origine della sua rappresentazione bifronte.
Dimora del dio Giano era il colle del Gianicolo, che in latino significa appunto “luogo abitato da Giano”. Da qui il dio avrebbe regnato sui primitivi abitanti del Lazio insegnando loro l’agricoltura, i costumi del vivere civile e il rispetto della legge.
Dove si trovava il Tempio di Giano?
A Giano Bifronte era consacrato un tempio, le cui porte restavano aperte in caso di guerra, affinché il dio potesse prestare il suo aiuto ai Romani, mentre restavano chiuse in tempo di pace: quindi di Giano era esaltato anche il ruolo di custode della pace.
La collocazione esatta del tempio dedicato a Giano è tuttora un mistero, perché non sono stati ritrovati resti. Tuttavia, dalle fonti sappiamo che si trovava nel Foro Romano, nei pressi della Curia, eretto dal re Numa Pompilio.
Del tempio è rimasto solo una raffigurazione su un moneta di Nerone del 66.
Giuturna moglie del dio bifronte
Tra le numerose mogli e compagne indicate, c’è sua moglie Giuturna (o anche Juturna o Iuturna) ninfa delle fonti e delle sorgenti che, amata da Giove, ne ottenne l’immortalità (Ovidio, Fasti).
A Roma, Giuturna era venerata nel Foro, presso il Lacus Iuturnae, vicino al Tempio di Vesta, uno specchio d’acqua cui erano attribuite proprietà salutari, e nel tempio che le era dedicato nel Campo Marzio (oggi Largo di Torre Argentina) costruito nel 241 a.C. per volere di Gaio Lutazio Catulo per celebrare la vittoria su Cartagine nella Battaglia delle isole Egadi, conclusiva della prima guerra punica.
In onore di Giuturna erano celebrate le Iuturnalia. Queste avevano luogo nel mese di Gennaio ed erano seguite soprattutto da quanti si occupavano della manutenzioni delle fonti e degli acquedotti.
Fonto il figlio di Giuturna e di Giano Bifronte
In quanto moglie del dio Giano, Giuturna generò Fonto (Fontus o Fons), divinità a sua volta legata al culto delle acque e venerata in Roma presso un tabernacolo eretto sul Gianicolo.