Il gigante Tizio è un personaggio della mitologia greca. Figlio di Zeus e di Elara, nacque nelle profondità della terra, perché Zeus, timoroso della gelosa Era, sua moglie, lì nascose la sua amante, che morì nel dare alla luce il gigante.
Dopo qualche tempo, Era, gelosa di Latona, un’altra amante di Zeus, che da lui aveva avuto due figli gemelli, Apollo e Artemide, suscitò in Tizio il desiderio di possederla. Così un giorno Tizio tentò di usarle violenza, ma alle grida di Latona accorsero entrambi i suoi figli, che uccisero il gigante con una pioggia di frecce.
Benché il gigante fosse figlio di Zeus, Apollo e Artemide non vennero condannati dagli dèi, perché considerarono il loro agire un atto di giustizia dovuta.
Dopo la morte, Tizio venne confinato nel Tartaro, luogo di pena e di supplizio dell’Ade. Qui il suo gigantesco corpo venne immobilizzato a terra mentre uccelli rapaci gli rodevano il fegato per l’eternità (tortura simile a quella di Prometeo, condannato da Zeus per aver donato il fuoco agli uomini).
Il gigante Tizio è menzionato da Dante nella Divina Commedia (Inferno canto XXXI, v. 124).