Girolamo Savonarola nacque a Ferrara il 21 settembre 1452 da una modesta famiglia. Nel 1475 entrò nell’Ordine domenicano. Nel 1482 fu chiamato a Firenze, culla del Rinascimento, da Lorenzo il Magnifico come lettore della Sacra Scrittura nel convento di San Marco. Intorno al 1486 iniziò la sua predicazione. Abile oratore e persona colta, Savonarola si creò un largo seguito nella città di Firenze.
Cosa sosteneva Girolamo Savonarola?
Il frate domenicano predicava con grande vigore contro il lusso della signoria medicea, la politica nepotista del corrotto pontefice Alessandro VI Borgia e contro la società dell’epoca, giudicata troppo incline ai vizi e ai piaceri mondani.
Girolamo Savonarola auspicava una purificazione della società e un profondo rinnovamento della Chiesa; i suoi seguaci erano detti appunto «piagnoni» per il loro moralismo intransigente.
Ma il governo repubblicano instaurato da Girolamo Savonarola dopo la caduta di Piero II de’ Medici (1494), successore di Lorenzo il Magnifico, non riuscì a radicarsi nella città: le riforme di Savonarola, soprattutto l’imposta fondiaria e l’imposta progressiva sul reddito, spinsero le famiglie patrizie, gli «arrabbiati», e i sostenitori dei Medici a coalizzarsi contro di lui.
Savonarola e il Falò delle vanità
Nel 1495 gli fu proibito di continuare nella sua attività oratoria, ma Savonarola osò disubbidire all’ordine papale. Il 7 febbraio del 1497, martedì grasso, i suoi sostenitori bruciarono pubblicamente opere d’arte, gioielli, arredi, vestiti preziosi e tutto ciò che, secondo loro, non si confaceva a uno stile di vita cristiano, nel cosiddetto “Falò delle vanità”. Anche Sandro Botticelli vi bruciò alcuni suoi quadri.
Chi condannò Girolamo Savonarola?
Nel 1497 Papa Alessandro VI Borgia lo scomunicò lo condannò come eretico. I suoi nemici ne approffittarono allora per seminare il malcontento tra il popolo fiorentino, che non vedeva di buon occhio l’eccessiva austerità e severità di vita voluta dal predicatore.
Catturato e torturato, venne sottoposto a ben tre processi, al termine dei quali fu condannato, per eresia e impostura, a essere impiccato a una croce e poi bruciato. Tale sentenza fu eseguita il 23 maggio 1498 in Piazza della Signoria, a Firenze. Le ceneri vennero raccolte e gettate nell’Arno dal Ponte Vecchio, per evitare che divenissero oggetto di venerazione da parte dei suoi seguaci.
Girolamo Savonarola – le opere
Di Girolamo Savonarola rimangono numerose opere che esprimono il suo pensiero di riformatore religioso e civile. Fra queste particolarmente importanti il Trattato circa il reggimento e il governo di Firenze, e, soprattutto, le famose Prediche.
Nel 1559 le opere del Savonarola furono inserite nell’Indice dei libri proibiti. I suoi scritti sono stati riabilitati dalla Chiesa nei secoli successivi fino ad essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia.