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Gli Annales di Quinto Ennio: struttura, fonti, stile

Gli Annales è l’opera che ha dato fama a Quinto Ennio (239-169 a.C.).

È un poema epico composto da 18 libri; raccontano la storia di Roma in ordine cronologico, dalle origini leggendarie con l’arrivo di Enea, agli avvenimenti contemporanei alla vita del poeta. Di circa 30 000 versi ne rimangono circa 650 sparsi e frammentati.

Ennio si è servito del modello omerico per dare forma epica ad avvenimenti storici, ma anche dell’annalistica tipicamente romana per il progredire della narrazione.

La struttura degli Annales

La materia trattata negli Annales è distribuita nei vari libri seguendo il seguente schema:

Libri I-III:
– proemio
– arrivo nel Lazio di Enea, ospite del re Latino
– storia della fondazione di Roma (Romolo e Remo)
– età monarchica (ratto delle sabine; i sette re; la cacciata di Tarquinio il Superbo).

Libri IV-V:
– nascita della repubblica
– guerre contro i popoli italici.

Libro VI:
– guerra contro Pirro.

Libri VII-X:
– le guerre puniche: la prima trattata per sommi capi perché già esposta da Nevio nel Bellum Poenicum; la seconda (condotta dall’eroe prediletto di Ennio, Scipione l’Africano), invece, esposta più diffusamente.

Libri XI-XII: guerra macedonica, con la vittoria (364) di Flaminio a Cinocefale su Filippo.

Libri XIII-XIV: guerra di Siria contro Antioco e vittoria di Magnesia.

Libro XV: sconfitta della Lega etolica e trionfo di Marco Fulvio Nobiliore.

Libri XVI-XVIII: campagne militari più recenti, forse fino alla data di morte del poeta (169 a.C.).

Le fonti

Per gli Annales di Quinto Ennio si citano tra le fonti: gli Annales Maximi, cioè le pubbliche registrazioni di eventi che i pontefici massimi (il più importante collegio sacerdotale di Roma) redigevano anno per anno; i Commentarii; il Bellum Poenicum di Nevio.

Ennio non stimava molto quest’ultimo, ma entrambi avevano composto il loro poema animati dall’ammiraizone per quel popolo romano che li aveva accolti e di cui si sentivano parte.

Ennio si distinse da Nevio per l’ampiezza della trattazione storica e per l’uso dell’esametro dattilico, il verso dell’epica greca.

Lo stile

Negli Annales Quinto Ennio utilizzò per la prima volta l’esametro dattilico utilizzato dall’epica greca in età omerica, ma sconosciuto alla poesia romana.

Utilizzò numerosi grecismi, similitudini e frequenti allitterazioni, come la famosa o Tite, tute, Tati, tibi tanta, tyranne, tulisti (O Tito Tazio, tu, tiranno, hai portato a te tanto grandi sventure).

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