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Guerra d’indipendenza greca, 1821-1829

L’indipendenza greca dall’impero ottomano fu ottenuta a seguito della guerra d’indipendenza greca, conosciuta anche come rivoluzione greca, combattuta tra il 1821 e il 1830. La rivolta fu guidata dall’associazione segreta Filikì Eterìa (società degli amici), il cui motto era “Libertà o morte”.

L’occupazione della Grecia da parte degli Ottomani aveva avuto inizio nel 1453, con la caduta di Costantinopoli ad opera di Maometto II.

Gli episodi più violenti del 1821 si ebbero nell’isola di Chio. Il terribile massacro che si verificò, ispirò Eugène Delacroix per la realizzazione dell’opera Massacro di Scio. Molti illustri intellettuali, come l’inglese George Gordon Byron e gli italiani Santorre di Santarosa e Giuseppe Rosaroli, partirono per unirsi ai rivoluzionari.

Tra i moti rivoluzionari del 1820-1821, quelli che condussero all’indipendenza greca furono gli unici ad avere una conclusione positiva. Il suo successo fu dovuto in misura determinante alle simpatie dell’opinione pubblica europea e all’intervento militare di Gran Bretagna, Francia e Russia che, nel luglio 1827, distrussero a Navarino (battaglia navale di Navarino) una flotta turco-egiziana.

Furono proprio queste tre potenze europee a imporre poi all’Impero ottomano la firma della pace di Adrianopoli il 14 settembre 1829, con cui si riconosceva l’indipendenza della Grecia. Al nuovo Stato – che nasceva con un’estensione limitata a poco più del Peloponneso e dell’Attica – le grandi potenze imposero però un regime monarchico, posto sotto la loro protezione. La scelta del sovrano cadde sul principe di Baviera, Ottone di Wittelsbach (1815-1867), eletto re della Grecia nel 1832.

La battaglia di Petra, combattuta il 12 settembre 1829, fu l’ultima battaglia della guerra d’indipendenza greca.

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