Le guerre di religione insaguinarono l’Europa tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento. Furono caratterizzate dagli scontri tra protestanti e cattolici. Gli scontri esplosero anche nei singoli Stati, come guerre civili, cioè tra cittadini dello stesso Paese. Scoppiarono in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi e nei Paesi dell’Europa nordorientale.
La più tragica di queste guerre di religione si svolse in Francia tra cattolici e ugonotti (i calvinisti francesi).
Guerre di religione in Francia
In Francia un quinto della popolazione era ugonotta, cioè calvinista, ma la monarchia era cattolica. Le due diverse fedi diventarono il pretesto per lotte di potere tra i nobili. Così, i duchi di Guisa, capi della fazione cattolica, e i duchi di Borbone, capi della fazione ugonotta, si scontrarono durante gli ultimi 4 decenni del 1500 coinvolgendo l’intera popolazione francese. Il vero obiettivo era la conquista del trono, su cui nella seconda metà del Cinquecento si succedettero numerosi sovrani.
Il momento più tragico fu l’episodio della Strage di San Bartolomeo (1572), in cui furono assassinati 20mila ugonotti.
Quando al trono salì Enrico di Borbone, ugonotto convertito al cattolicesimo, gli scontri terminarono. La pace fu siglata nel 1598 con l’Editto di Nantes, che garantiva agli ugonotti libertà di culto e uguaglianza di diritti civili. Per la prima volta potevano essere praticate due religioni diverse all’interno di uno stesso Stato.
La Guerra dei Trent’Anni
Dopo qualche anno scoppiò la Guerra dei trent’Anni (1618-1648), che coinvolse paesi protestanti e paesi cattolici. Fu provocata dal tentativo degli Asburgo di instaurare nel cuore dell’Europa uno Stato cattolico.
Soltanto con la pace di Westfalia del 1648, con cui terminò la sanguinosa guerra dei Trent’Anni (1618-1648), si chiuse la drammatica stagione delle guerre di religione.
La pace di Westfalia sancì l’esistenza di tre confessioni diverse all’interno di uno stesso Paese: cattolica, luterana e calvinista; inoltre riconobbe il diritto dei sudditi di professare una religione diversa da quella dei loro principi.