Nell’antica Roma il circo indicava un edificio, di forma ellittica, circondato da gradinate per gli spettatori, nel quale si svolgevano le lotte dei gladiatori, le corse con i cavalli e altri spettacoli pubblici. Il circo più celebre è il Circo Massimo a Roma.
Il circo quale lo conosciamo oggi è nato nel 1768 per opera dell’inglese Philip Astley (1742-1814), un sergente maggiore della Cavalleria reale britannica, che realizzò per primo uno spettacolo nel quale si alternavano esibizioni a cavallo con numeri tratti dalle feste popolari.
La felice combinazione incontrò subito il favore della gente e consentì al circo di diffondersi rapidamente.
L’attrattiva principale del circo tradizionale (o equestre) erano quindi le acrobazie con i cavalli, intervallate con numeri di giocolieri acrobati, illusionisti, personaggi un po’ strani come la donna barbuta, i gemelli siamesi, i mangiatori di lame (i cosiddetti “fenomeni da baraccone”) e personaggi comici, i clown.
Il termine inglese clown deriva dal latino colonus, che significa “coltivatore dei campi”. Il termine indica un personaggio goffo e poco istruito.
Si pensa erroneamente che il circo e il clown siano nati insieme; in realtà le radici del clown sono molto antiche, legate alle prime forme di teatro. Gli antenati del clown sono le figure dei comici erranti dell’antica Grecia: giocolieri e danzatori, mimi e buffoni. Nel Medioevo li ritoroviamo nei giullari, personaggi che si esibivano nelle piazze o, al seguito dei trovatori, nei castelli. Questo genere di artista comico trova poi spazio, in epoca moderna, nel circo, dove permane stabilmente fino ai nostri giorni, anche fuori dal circo, in altri contesti come il cinema o la tv.
Se la rappresentazione del circo avviene fino al 1830 in luoghi stabili e coperti, alla nascita dei primi tendoni smontabili lo spettacolo diventa itinerante.
I primi tendoni avevano dimensioni contenute (20-30 metri di diametro) e un solo albero centrale; la copertura veniva fissata lungo il perimetro con picchetti e corde come una tenda militare.
Con l’invenzione dell’impresario americano Gilbert Spaulding (1811 -1880), il circo aumentò di diametro: la sua tenda a due alberi poteva ospitare oltre tremila persone e il successivo perfezionamento di tale sistema, il tendone a quattro e poi a otto alberi, portava a una capienza di quindicimila spettatori.
I sostegni impiegati, prima in legno, vengono sostituiti da tubi in ferro e successivamente da leggeri e robusti elementi componibili in acciaio. Lo spettacolo poteva ospitare simultaneamente numeri di vario genere: piramidi di acrobati su cavalli in corsa ed esercizi al trapezio volante, introdotti per la prima volta dal ginnasta Léotard nel 1859.
A diffondere nel mondo il modello del circo europeo contribuiscono le grandi compagnie come i Ringling Brothers, la Barnum & Bailey e la famiglia Franconi.
Il circo moderno, molto diverso da quello di un tempo, si presenta come un vero e proprio spettacolo, con storie e personaggi definiti, in una sorta di fusione di arti teatrali, circensi e ispirate alla danza. Le componenti coreografiche e spettacolari hanno la stessa rilevanza di quelle artistiche, pur rimanendo alcuni elementi di continuità con il circo equestre come la pista centrale circolare, la presenza delle discipline tradizionali (l’equilibrismo, la giocoleria, l’acrobazia, i domatori ecc.) e quella, seppur minima, di numeri con gli animali (molti circhi vi hanno rinunciato sia per i costi elevati sia per le accuse di maltrattamento mosse da varie parti).
A partire dalla seconda metà del Novecento, il circo ha conosciuto un progressivo declino. Conserva il suo prestigio il Circo di Mosca. Attualmente la più importante manifestazione circense è il festival del Circo di Montecarlo, creata nel 1974. Tra i più importanti circhi italiani, l’Orfei e il Togni nati alla fine dell’Ottocento.