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Il corvo di Edgar Allan Poe: analisi e spiegazione

Il corvo di Edgar Allan Poe è la sua più famosa e amata poesia, pubblicata nella raccolta Il corvo e altre poesie del 1845.

Il corvo di Edgar Allan Poe è una poesia di ispirazione gotica; esalta in modo struggente uno dei temi fondamentali della letteratura di Poe: il senso della morte, lo scorrere incessante del tempo, l’angoscia dell’uomo di fronte alla perdita della persona amata.

La trama presenta una sola scena: il protagonista, dopo la morte dell’amata Leonora, sente bussare alla porta durante una notte tormentata nel mese di dicembre.

Un corvo nero entra quindi nella stanza; si appollaia sopra un busto di Minerva e l’uomo lo incalza di domande, alle quali il corvo risponde ripetendo una semplice parola: nevermore, “mai più”.

L’uomo continua ostinatamente a porgli domande, per le quali riceve sempre la stessa negativa risposta. Incontrerà mai l’amata Leonora? Troverà nuovamente pace nella sua vita? Imperturbabile il corvo risponde sempre nello stesso modo: nevermore.

Eppure il protagonista, pur sapendo che la risposta sarà sempre la stessa, non può fare a meno di continuare a domandare, non può fare a meno di sperare. Ma la speranza sembra essere davvero vana; ciò che rimane è solo il dolore, che il tempo non sa guarire, anzi sembra essere, come una tortura senza fine, l’unica parola rimasta.

 

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