Il fuoco greco, inventato dai Bizantini verso la fine del VII (settimo) secolo, era una miscela incendiaria, impossibile da spegnere con l’acqua, anzi il combustibile galleggiava e anche il mare bruciava, pertanto neppure chi si gettava in mare dalla nave in fiamme si salvava.
Le fiamme si spegnevano solo con una miscela acida di urina e aceto, non certo facile da reperire in battaglia!
La sua fabbricazione era nota soltanto all’imperatore e a pochi artigiani specializzati. La legge puniva con la morte chiunque avesse divulgato ai nemici questo segreto militare.
Ma nel corso dei secoli cominciarono a trapelare indiscrezioni, prima incomplete e poi sempre più precise. Così già intorno al 1100 i veneziani impararono a lavorare su una sostanza simile. Poco dopo i turchi ne conobbero la ricetta completa, utilizzandola durante le crociate sul finire del secolo XIII (tredicesimo).
Oggi, le caratteristiche generali del fuoco greco sono abbastanza chiare.
Fuoco greco composizione
La base era costituita dal petrolio, che in varie zone dell’Impero bizantino (in particolare nei pressi del Mar Nero) affiorava naturalmente al suolo. Al petrolio venivano certamente aggiunte resine che ne accrescevano l’infiammabilità. Nelle battaglie navali la miscela era arricchita con polvere di calce viva, per produrre un’accensione spontanea quando il combustibile entrava a contatto con l’acqua; oppure era arricchita con zolfo, per provocare fumi più densi e tossici.
Schema del congegno lanciafiamme
Il congegno lanciafiamme era composto di alcuni elementi principali: 1. una caldaia per riscaldare il combustibile; 2. una pompa, che introduceva aria nella caldaia e produceva una parte della pressione necessaria all’emissione del liquido; 3. una valvola, che veniva aperta quando la pressione raggiungeva un livello adeguato; 4. un tubo orientabile, dal quale l’olio fuoriusciva infiammandosi, montato sui dromoni, le agili barche a vela e remi bizantine.
Poiché il rischio d’incidenti era altissimo – pensiamo alle conseguenze dell’esplosione di una caldaia posta su una nave di legno -, la manovra era affidata a personale altamente specializzato.
Il fuoco greco era utilizzato anche durante gli assedi: la miscela veniva inserita in vasi di terracotta, avvolti in stracci cui si dava fuoco e lanciati con le catapulte addosso al nemico.
Grazie al fuoco greco i Bizantini riuscirono per secoli a difendersi dai loro numerosi nemici.
La definitiva scomparsa del fuoco greco fu determinata dalla scoperta di un’arma ben più potente: la polvere da sparo.