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Il marchese di Roccaverdina riassunto

Il Marchese di Roccaverdina pubblicato nel 1901 è il romanzo più noto di Luigi Capuana (1839-1915), l’iniziatore e il teorico del Verismo italiano.

Il Marchese di Roccaverdina riassunto

La storia è ambientata nella campagna siciliana. Il protagonista è Antonio Schiraldi marchese di Roccaverdina, un aristocratico proprietario terriero che vive in solitudine nella casa dei propri avi, assistito soltanto da una vecchia governante che gli fa da madre, “mamma Grazia“.

Egli vive ossessionato dall’amore per una donna del popolo, sua fedele domestica, Agrippina Solmo. Per uscire da una situazione ormai insostenibile per lui sul piano delle convenzioni sociali, il marchese fa sposare la donna con il suo fattore Rocco Criscione, dopo aver obbligato entrambi, con un solenne giuramento davanti al crocefisso, a restare sposi solo di nome e a vivere insieme come fratello e sorella.

In seguito, accecato dalla gelosia, il marchese uccide Rocco Criscione con un colpo di fucile, ma la colpa dell’omicido ricade sul pastore Neli Casaccio. Il romanzo inizia a questo punto, ma l’antefatto è presente in tutta la vicenda.

Il momento culminante coincide con la confessione del marchese al prete don Silvio La Ciura: egli ha ucciso Rocco per gelosia. Dopo la confessione, il suo tormento però paradossalmente si accentua. Al rimorso si aggiunge infatti non solo il timore che don Silvio possa lasciarsi sfuggire il segreto, ma anche la consapevolezza che egli non potrà mai ottenere l’assoluzione, finquando non si costituirà per scagionare Neli Casaccio, l’innocente pastore imprigionato come colpevole del delitto, che finirà per morire di stenti in prigione.

Quindi per tacitare l’atroce rimorso, che sempre più lo strazia, il marchese si butta a capofitto negli affari, perfino nelle beghe comunali, e si lascia persuadere dalla vecchia zia, la baronessa di Lagomorto, di sposare una donna, ormai non più giovane, ma bella, pia, nobile (per quanto decaduta): la signorina Zosima Mugnos. Questa amava fin da fanciulla il marchese, ma ben presto si accorge di non essere amata, anzi è addirittura convinta che il marito ami ancora la sua ex-amante (che nel frattempo si è sposata con un pastore). Pertanto Zosima confida dapprima le sue delusioni e amarezze coniugali alla madre e alla sorella, poi con una scenata di gelosia ne fa chiara confessione al marito stesso. Il marchese si mostra offeso della sua mancanza di fiducia e il divario tra i due aumenta.

Si arriva così alla famosa notte in cui il marchese di Roccaverdina, dopo varie nottate insonni, dopo giorni di quasi totale digiuno, esplode in una crisi tremenda di pazzia e confessa apertamente di fronte alla moglie e alla servitù il suo delitto. Zosima, inferocita dalla gelosia, tramuta in odio l’amore per il marito, che ha talmente amato Agrippina, da divenire per lei assassino. Decide quindi di abbandonare per sempre quell’uomo e quella casa maledetta e ritorna alla casa paterna.

Agrippina, intanto, viene a sapere dell’accaduto e subito torna dal marchese, per rivederlo e per assisterlo. Egli però demente, ebete, ormai agli estremi, non la riconosce nonostante tutte le sollecitazioni della donna.

Infine, il vecchio zio del marchese, il cavaliere Tindaro ordina ad Agrippina di andarsene dal palazzo, perché non è giusto, non è conveniente che il marchese di Roccaverdina muoia tra le braccia della sua ex amante. Allora Agrippina fugge un ultimo istante ancora nella camera del marchese per «baciare e ribaciare quelle mani quasi inerti che avevano ammazzato per gelosia di lei», «grata ed orgogliosa di essere stata amata fino a quel punto dal Marchese di Roccaverdina».

 

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