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Il mistero della Sindone di Torino

La Sindone, dal greco sìndon (telo usato per avvolgere i defunti), è un lenzuolo di lino lungo 4,36 metri e largo circa 1,10 metri; è conservato nella cappella situata dietro l’abside del Duomo di Torino.

Su questo lenzuolo di lino, che gli scienziati non cessano di studiare, sono impresse l’immagine frontale e dorsale di un uomo, morto dopo la flagellazione e la crocifissione.

La corrispondenza fra l’immagine della Sindone e la descrizione evangelica della passione e morte di Gesù, come i segni dell’incoronazione di spine, la ferita al costato, la pesante flagellazione, fa ritenere a molti che possa essere il telo con cui fu avvolto Gesù prima di essere deposto nel sepolcro. Bisogna però osservare che il Secondo Testamento non ne parla, così come i padri greci e latini.

Cosa dice la scienza riguardo la Sindone?

È un lenzuolo che si può far risalire ai primi secoli del Cristianesimo. I pollini ritrovati nel tessuto appartengono a piante presenti in Palestina. L’immagine che vi è impressa non può essere stata dipinta. Si tratta di un uomo che ha profonde ferite sulla fronte, una ferita sul costato, e nessun osso spezzato. Le mani sovrapposte fanno pensare a mani crocifisse. È il volto di un uomo con barba e capelli lunghi. È un corpo flagellato, rimasto avvolto nel lenzuolo per 30-36 ore. L’unica spiegazione su come si sia potuta imprimere l’immagine sul lenzuolo è che il corpo sia passato da uno stato freddo a uno molto caldo. Questo sembra trovare una spiegazione di fede nei racconti della resurrezione, dai quali si intuisce che il corpo di Gesù, quando risorse, è passato da uno stato freddo a una irradiazione di calore e di luce.

Dove è stata ritrovata la Sacra Sindone?

Le prime notizie della Sindone risalgono solamente al 1353, quando nella chiesa di Lirey, in Francia, venne esposto al pubblico come reliquia della morte di Gesù.

La Sindone dove si trova?

È custodita nella Cattedrale di Torino, nell’ultima cappella della navata sinistra. La Sindone arrivò a Torino nel 1578 per volontà dei Savoia; Margherita di Charny l’aveva ceduto a loro nel 1452.

Chi è il proprietario della Sacra Sindone?

Dal 1983 la Sindone è proprietà della Santa Sede, donata per volontà di Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia.

Cosa dice la Chiesa a riguardo della Sindone?

La Sindone, che migliaia di cristiani venerano come il sudario funebre di Gesù, è sicuramente la più nota tra le immagini acheropite. Si tratta di quelle immagini sacre, che, secondo la tradizione cristiana, non sono frutto del genio e del lavoro di un artista, ma autentiche, cioè ottenute per contatto diretto con il viso o con l’intero corpo di Gesù.

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