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Il presepe origini, storia, significato

Il presepe o presepio deriva dal latino praesaepe o praesepium, che significa “recinto chiuso” o “mangiatoia”. Dal luogo in cui fu posto il bambino, secondo la tradizione evangelica, oggi è passato a indicare l’intera rappresentazione della natività in tutte le sue sfumature.

Storia del presepe

La vera origine del presepe è pagana e risale alla tradizione romana dei Lari, i Lares familiares, ossia i defunti che vegliavano sulle famiglie dei vivi. Ogni antenato era rappresentato da una statuetta di terracotta o di cera chiamata sigillum. Queste statuette erano collocate all’interno della casa in apposite nicchie, davanti alle quali si accendevano lumini per onorare gli avi. Il 20 dicembre, in particolare, i Romani celebravano la festa detta Sigillaria, durante la quale le famiglie si donavano reciprocamente i sigilla dei lares e le nicchie erano decorate per l’occasione con fiammelle di buon augurio.

Nei giorni precedenti la celebrazione, i bambini disponevano le statuette in un piccolo recinto raffigurante un paesaggio bucolico in miniatura. La vigilia la famiglia si riuniva davanti al recinto per invocare la protezione degli antenati e la consuetudine voleva che si lasciassero come offerte delle ciotole con del cibo e del vino. Il mattino seguente, al posto di questi ultimi, i bambini trovavano giocattoli e dolciumi, lasciati in dono dai defunti.

Nei secoli successivi la tradizione pagana, molto sentita perché riguardante il ricordo degli avi, andò trasformandosi, come spesso accade, e divenne una festa cristiana.

Il presepe di San Francesco

La tradizione del presepe cristiano risale a San Francesco d’Assisi, che, nel 1223, a Greccio, in provincia di Rieti (Umbria), realizzò il primo presepe con personaggi viventi.

L’idea gli venne durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa nel 1222, nei luoghi della nascita di Gesù. Rimase così affascinato da Betlemme, che, quando nell’autunno del 1223 si recò a Roma da papa Onorio III, per l’approvazione della Regola definitiva, chiese al Santo Padre il permesso di poter rappresentare la Natività.

Il presepe di Greccio

Francesco ottenne il permesso e tornò in quella Greccio che “gli ricordava Betlemme”. Si rivolse a Giovanni Velita, signore di Greccio e suo amico; gli chiese di scegliere una grotta in cui realizzare una mangiatoia e condurvi un bue e un asinello.

La tradizione racconta che durante la Messa nella grotta, nella notte di Natale del 1223, nella culla apparve un bambino in carne e ossa, che Francesco prese in braccio. Da quel momento in poi l’usanza di rappresentare la nascita di Gesù, dal vivo o con delle staute, si diffuse in Italia e nel mondo.

Il primo presepe in marmo della storia

Qualche decennio più tardi, nel 1291, papa Niccolò IV (1288-1292), primo pontefice francescano, commissionò ad Arnolfo di Cambio il primo presepe in marmo nella storia, per la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, dove si trova tutt’oggi. Il suo proposito era quello di celebrare il presepe ideato da San Francesco a Greccio.

Come aveva desiderato papa Niccolò IV, l’opera è molto sobria; le figure presenti sono quelle della Sacra Famiglia: Gesù, Giuseppe e Maria, i re Magi, che portano i loro doni a Gesù Bambino, il bue e l’asino.

Da allora la costruzione dei presepi si diffuse un pò ovunque in Italia e entrò nelle case delle famiglie. Nel Regno di Napoli, tra il 1600 e il 1700, furono introdotti nella scena della Natività anche altri personaggi, raffigurati mentre svolgono la loro attività.

 

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