Il Seicento: l’Europa in crisi
Nel Seicento la società europea fu lacerata da drammatici contrasti. Innanzi tutto continuarono le guerre di religione fra mondo cattolico e mondo protestante.
La Chiesa aveva reagito alla diffusione della Riforma protestante con una Controriforma, per riaffermare la propria autorità e la propria dottrina.
Per eliminare le eresie furono potenziati i Tribunali dell’Inquisizione e venne istituito l’Indice dei libri proibiti. Si affermò un nuovo modo di vivere la religiosità, caratterizzato dal senso del peccato e della fragilità dell’uomo. L’idea del Rinascimento di equilibrio e armonia era tramontato.
Si accesero numerose guerre tra Stati, in parte dovute a conflitti religiosi, in parte alla volontà di potenza e affermazione di alcuni Paesi come la Spagna, l’Impero germanico e la Francia, dove l’assolutismo monarchico trovò il suo massimo esponente nel re Luigi XIV.
Molto cruenta fu la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che coinvolse quasi tutte le potenze europee.
La Guerra dei Trent’anni, che devastò l’Europa e si concluse con la pace di Vestfalia, sancì lo smembramento dell’Impero germanico, il tramonto del predominio spagnolo in Europa, la vittoria della Francia e l’inizio della sua egemonia.
La crisi colpì anche il settore commerciale. La scarsità di argento, dovuta alla brusca riduzione delle importazioni dall’America, determinò attorno al 1620 un crollo dei prezzi e una crisi delle attività commerciali. Anche in questo caso le conseguenze furono diverse nelle varie aree europee: alla crisi dei commerci spagnoli e italiani corrispose in Olanda e in Inghilterra un incremento dell’attività commerciale, cui si legò un’espansione dei traffici sulle rotte oceaniche. In particolare, la Compagnia olandese delle Indie orientali creò un impero coloniale che soppiantò in Oriente quello portoghese.
Il Seicento: la monarchia costituzionale in Inghilterra
In Inghilterra i numerosi contrasti fra la dinastia degli Stuart e il Parlamento sfociarono nella seconda rivoluzione inglese detta anche Gloriosa rivoluzione (1688), che portò alla corona il principe olandese Guglielmo d’Orange.
Il nuovo sovrano giurò solennemente di rispettare un documento, La Dichiarazione dei diritti (Bill of Rights), nel quale si stabilì la distinzione di ruoli tra re e Parlamento. Al primo spettava il potere esecutivo, cioè di fare applicare le leggi e garantire la sicurezza dello Stato; al secondo, invece, si riconosceva il potere legislativo, cioè quello di fare le leggi.
L’inghilterra diventò così la prima monarchia costituzionale d’Europa. Questo equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo del Parlamento, unito a un vigoroso sviluppo economico, garantì all’Inghilterra un futuro di grande potenza.
Il Seicento: l’Italia in mano agli spagnoli
Il dominio della Spagna sulla nostra penisola contribuì alla progressiva e inarrestabile decadenza dell’Italia del Seicento, perché gli Spagnoli imposero tasse sempre più pesanti e la nobiltà locale favorì lo sfruttamento della popolazione.
A causa delle crescenti difficoltà economiche scoppiarono numerose rivolte: i Milanesi insorsero contro il rincaro del pane; i Napoletani, sotto la guida di Masaniello, si ribellarono contro l’oppressione spagnola. Le rivolte furono domate in modo cruento, con la forza degli eserciti.
Nella prima metà del Seicento, inoltre, la peste tornò a mietere vittime prima in Lombardia e successivamente nell’Italia centro-meridionale. È questa la peste ampiamente descritta da Alessandro Manzoni nel romanzo I Promessi Sposi (per un approfondimento leggi La peste nei Promessi Sposi: riassunto e commento) e nel saggio storico Storia della colonna infame.
Il Seicento: la Rivoluzione scientifica
Nel Seicento si verificò un rapido progresso delle conoscenze scientifiche, definito dagli storici «Rivoluzione scientifica». Il più famoso degli scienziati del Seicento è il fisico pisano Galileo Galilei (1564-1642) che elaborò il metodo sperimentale: ogni legge di natura deve essere studiata partendo dall’osservazione diretta dei fenomeni e verificata con opportuni esperimenti; in passato invece la ricerca scientifica si affidava esclusivamente ai contenuti delle Sacre Scritture o alle teorie degli antichi filosofi.
Usando il cannocchiale, Galileo riuscì a dimostrare la validità della teoria eliocentrica di Copernico, secondo la quale la Terra ruota intorno al Sole insieme ai pianeti del sistema solare.
Le teorie di Galileo, giudicate in contrasto con la Bibbia, furono condannate dalla Chiesa cattolica che lo processò e lo costrinse a rinnegare la sua scoperta davanti al Tribunale dell’Inquisizione.
Successivamente, il grande scienziato inglese Isaac Newton coronò l’opera galileiana formulando la legge di gravitazione universale: la legge per cui tutti i corpi si attraggono reciprocamente.
Nel Seicento, oltre a Galilei e Newton, moltissimi altri studiosi (matematici, fisici, chimici, astronomi) contribuirono al progresso delle conoscenze scientifiche, come Copernico, Keplero e Bacone (per un approfondimento leggi La Rivoluzione Scientifica da Copernico a Newton).
Il Seicento: la cultura barocca
Il Seicento fu caratterizzato dal desiderio del nuovo, dello stupefacente, dello stravagante, dell’irregolare, rispetto alle forme armoniche, misurate e controllate del Rinascimento.
Questo nuovo gusto, detto Barocco, influenzò non solo tutta la produzione artistica, architettonica e letteraria del Seicento, ma anche ogni aspetto della vita sociale. Tutto appare ora dominato dal gusto per la forma, per lo spettacolo, per l’ornamento, per la decorazione fino all’eccesso, al fine di suscitare stupore e meraviglia (per un approfondimento leggi qui).
Nel prossimo articolo: Il Settecento: scenario storico e letterario.