Iliade Libro Settimo. Riassunto del Libro Settimo dell’lliade: Ettore lancia la sfida; il duello fra Ettore e Aiace Telamonio; l’intervento degli araldi Ideo e Taltibio; la tregua.
Iliade Libro Settimo: Ettore lancia la sfida
Dopo la dolorosa separazione dalla moglie Andromaca e dal figlioletto Astianatte (Iliade Libro Sesto: riassunto), Ettore torna sul campo di battaglia con il fratello Paride. È sufficiente la sua presenza per ridare coraggio ai Troiani, che riprendono lo scontro con rinnovata energia.
Molti Achei cadono colpiti a morte; Atena decide di intervenire in loro favore. Apollo, che parteggia per i Troiani, la vede e, per convincerla a stare lontana dalla battaglia, le propone un duello tra Ettore e un campione degli Achei, in modo che lo scontro tra i due eserciti venga sospeso. La dea accetta.
L’indovino Eleno, figlio di Priamo, si fa portavoce presso Ettore del volere degli dèi e lo convince a lanciare la sfida. Gli Achei ammutoliscono di fronte alla sicurezza e alla audacia di Ettore.
L’unico pronto a battersi è Menelao, che però viene dissuaso dallo stesso Agamennone (siamo nella prima giornata di combattimento e Menelao aveva già, nella stessa mattinata, affrontato Paride in duello). Interviene allora il saggio Nestore, il vecchio re di Pilo, che rimpiange di non essere più tanto giovane da poter accettare di misurarsi con l’eroe troiano.
Le sue parole risvegliano l’amor proprio degli Achei e subito nove eroi si fanno avanti. Tra loro la sorte assegna ad Aiace Telamonio (la precisazione è doverosa, perché nell’esercito greco esisteva un altro Aiace [Aiace Oileo]) il compito di affrontare Ettore.
Iliade Libro Settimo: il duello fra Ettore e Aiace Telamonio
Aiace brandisce la lancia; il suo avanzare incute paura nei nemici; anche Ettore, il campione dei Troiani prova sgomento, ma non può tirarsi indietro (egli non combatte solo per la sua gloria: deve riscattare l’onore dei Troiani dopo il comportamento poco edificante di Paride nel duello farsesco contro Menelao: leggi Iliade Libro Terzo riassunto).
Aiace continua ad avanzare protetto dal suo scudo fatto da sette strati di cuoio e coperto da una piastra di bronzo. Giunto dinanzi a Ettore dichiara che non c’è solo Achille tra i Danai (è un altro termine che indica gli Achei, così chiamati in quanto discendenti del re Danao) a poter affrontare da prode un duello con lui.
Ettore, che alla sola vista di Aiace era rimasto sbigottito, teme che l’avversario abbia scarsa considerazione delle sue doti: eccolo quindi reclamare la sua esperienza e la sua capacità di combattere sia in attacco sia in difesa. Riconosce la forza dell’avversario, ma dichiara di volerlo affrontare a viso aperto.
Il duello è senza esclusione di colpi. La lancia di Ettore viene neutralizzata dallo scudo massiccio di Aiace. L’asta di Aiace centra l’avversario, che tuttavia con la sua agilità evita il peggio. Ed ecco che subito dopo Ettore e Aiace si scagliano contro reciprocamente un macigno, ora che gli eroi non hanno più a disposizione le armi per colpire a distanza. Ettore ha la peggio, ma interviene Apollo a risollevarlo. Poi è la volta del combattimento ravvicinato con le spade.
Ettore non demorde e nonostante gli insuccessi torna instancabilmente all’attacco anche se è evidente la supremazia dell’eroe acheo.
Iliade Libro Settimo: l’intervento degli araldi
È scesa la sera; l’araldo Ideo ricorda che vanno rispettate le leggi di natura che impongono il riposo e la cessazione delle ostilità al calar della notte. Quindi gli araldi Ideo e Taltibio pongono lo scettro tra i due contendenti per interrompere il duello.
Così come previsto da un preciso rituale i due eroi si scambiano doni in segno di stima reciproca. Poi si separano e ciascuno ritorna tra i propri compagni.
I Troiani accolgono Ettore con gioia: egli è abile e coraggioso, ma è dotato di una forza fisica inferiore a quella del possente Aiace; lo conducono in città, «salvo contro ogni speranza». Anche gli Achei sono lieti, perché la superiorità di Aiace è stata evidente e solo l’intervento di Apollo ha salvato Ettore.
Iliade Libro Settimo: la tregua
Durante la notte, su consiglio del saggio Nestore, re di Pilo, gli Achei erigono un muro a difesa delle navi e davanti ad esso scavano una larga fossa.
Anche i capi troiani tengono consiglio; uno dei nobili, Antenore, propone di restituire Elena, ma Paride rifiuta: egli potrebbe rendere i doni dotali della donna, ma non la sposa. L’araldo Ideo si reca a fare questa proposta ai capi achei, ma un secco intervento di Diomede chiude la questione: i Greci non si accontentano dei beni dotali, e neppure di Elena in persona; puntano alla distruzione di Troia.
Tra i due schieramenti viene intanto concordata una tregua per la sepoltura dei caduti, che occupa tutto il giorno seguente.
Il racconto continua con Iliade Libro Ottavo: riassunto