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Illuminismo in Italia: caratteristiche ed esponenti

L’Illuminismo in Italia si sviluppa nella seconda metà del Settecento. L’Illuminismo, il movimento politico, sociale, culturale e filosofico nato in Francia nei primi decenni del Settecento, in Italia ebbe una carica polemica meno violenta e accesa e sul piano politico ebbe un carattere piuttosto riformatore che rivoluzionario. I sovrani, come Maria Teresa d’Austria a Milano e Carlo di Borbone a Napoli, attuarono una politica di riforme dirette ad ammodernare le strutture amministrative ed economiche e per fare questo si servirono della collaborazione degli intellettuali illuministi.

In Italia i centri principali della cultura illuministica furono Milano e Napoli.

Illuminismo lombardo

A Milano la condizione che permise il sorgere di un movimento illuministico fu il dominio austriaco, che, per impulso dei sovrani illuminati Maria Teresa e Giuseppe II, in accordo con i ceti borghesi in formazione, condusse un’opera di svecchiamento delle strutture feudali, di riorganizzazione dell’apparato amministrativo e burocratico, di incremento delle attività industriali e commerciali. Tale politica suscitò anche nuove energie culturali.

Nella Milano austriaca i fratelli Pietro ed Alessandro Verri nel 1761 diedero vita a un’associazione culturale, l'”Accademia dei Pugni” e a un giornale, “Il Caffè” (1764-1766). Questo aveva lo scopo d’informare l’opinione pubblica e i lettori sui principali argomenti politici, economici e culturali di quel tempo.

Un altro esponente molto importante dell’Illuminismo italiano in Lombardia fu Cesare Beccaria, tra i collaboratori del “Caffè”. Egli scrisse il trattato giuridico Dei delitti e delle pene (1764), in cui condannava e dimostrava l’inutilità della tortura e della pena di morte. L’opera ebbe una vasta risonanza anche all’estero e ispirò la riforma della giustizia attuata in Russia da Caterina II. Influenzò anche alcuni sovrani italiani, fra i quali il granduca di Toscana, che abolì la pena di morte nel 1786.

Un importante poeta dalle idee illuministe fu il poeta Giuseppe Parini, che pubblicò poesie impegnate: famose quelle sull’inquinamento dell’aria di Milano (La salubrità dell’aria) e il poemetto satirico in cui mette in ridicolo le abitudini di vita di un giovane nobile debosciato (Il Giorno). Altri grandi esponenti dell’Illuminismo lombardo sono Vittorio Alfieri e Carlo Goldoni.

Illuminismo a Napoli

A Napoli il movimento trasse impulso dalla politica di riforme inaugurata dalla nuova dinastia dei Borboni, al potere dal 1738

Tra gli intellettuali illuministi della Napoli dei Borboni si annoverano alcuni dei maggiori studiosi di diritto ed economia d’Europa: Pietro Giannone, Antonio Genovesi, Giovanni Vincenzo Gravina, Gaetano Filangieri. Grande diffusione ebbero anche le opere di Giambattista Vico.

Le differenze fra Napoli e Milano

Se l’Illuminismo napoletano fu caratterizzato soprattutto dalle personalità di insigni studiosi e docenti, quello lombardo si preoccupò anche di condurre una battaglia più immediata, divulgando le nuove idee presso un pubblico di non letterati con lo strumento giornalistico: il giornale “Il Caffè”.

Donne e Illuminismo italiano

Anche in Italia apparvero sulla scena culturale donne capaci di inserirsi nei dibattiti in piena parità con gli uomini come la fisica Laura Bassi (1711-1788), la giornalista Elisabetta Caminer Turra (1751-1796) e soprattutto Maria Gaetana Agnesi (1711-1788). Quest’ultima fu una delle maggiori studiose di matematica del suo tempo, autrice di un trattato di analisi algebrica e calcolo infinitesimale (Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, 1748) destinato ad avere grande fortuna in tutta Europa.

 

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