L’Impero ottomano nacque allorché nel 1453 i Turchi, guidati dal sultano Maometto II, conquistarono Costantinopoli, mettendo fine all’Impero romano d’Oriente.
Caduta Costantinopoli, la città cambiò allora nome in Istanbul, capitale dell’Impero ottomano, destinato a durare fino al 1923.
L’espansione ottomana in Europa continuò sotto i successori di Maometto II. Essi conquistarono la Serbia (1459), e poi occuparono Belgrado (1521), Rodi (1522) e l’Ungheria (1521-1529), giungendo ad assediare Vienna (1529). L’impero si estese ancora a sud fino a Bagdad (in Mesopotamia) e a Tripoli nell’Africa mediterranea. Da allora gli ottomani costituirono una continua minaccia per tutta l’Europa centro-orientale.
All’inizio del XX secolo l’Impero ottomano subì un forte ridimensionamento. Oltre a perdere vaste regioni nella penisola balcanica, fu costretto a cedere quasi tutte le isole che possedeva nel mar Egeo.
Anche l’Italia sfruttò la debolezza dell’Impero turco. Nel 1911, infatti, l’Italia occupò la Libia. Nel corso della guerra in Libia, l’Italia prese possesso di alcune delle isole Sporadi, appartenenti fino a quel momento all’Impero. Queste isole, conosciute anche con il nome di Dodecaneso, erano abitate da popolazioni greche fin dall’antichità, ma erano state conquistate dagli Ottomani nel XVI secolo.
In seguito, con le guerre balcaniche (1912-1913) la Grecia strappò all’Impero ottomano altri territori di cultura e di tradizione greca.
Nel 1912 il Trattato di Losanna riconobbe all’Italia il dominio sulla Libia e sulle isole del Dodecaneso. Esse costituiranno un possedimento italiano fino alla Seconda guerrra mondiale. Nel 1947 entreranno a far parte definitivamente del territorio greco.
Caduta impero ottomano prima guerra mondiale
Al termine della Prima guerra mondiale, l’Impero ottomano, già fortemente indebolito e ridimensionato nel territorio dalle guerre balcaniche (1912-1913), crollò definitivamente e diede vita nel 1923 alla Repubblica turca, dopo la rivolta nazionalista capeggiata da Kemal Ataturk.